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Anno edizione: 2017
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Indice
[...] Piero Gobetti aveva solo diciassette anni quando scrisse la sua prima lettera ad Ada Prospero, allora sedicenne. Eppure, se leggiamo una dopo l’altra le lettere fra questi due giovani, il cui corteggiamento avrebbe avuto di lì a poco un corso strettamente parallelo all’ascesa al potere di Benito Mussolini, cominciamo a capire il crescente controllo dello stato fascista sulle vite dei suoi cittadini. Dopo la marcia su Roma dell’ottobre 1922, Piero non perse tempo nel rendere apertamente pubblica la sua opposizione a Mussolini. [...] Quando Piero invocò le dimissioni di Mussolini dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti una squadraccia fascista comparve sotto la loro casa e aggredì Piero così gravemente da fargli subire una lesione cardiaca. [...] Piero decise di andare in esilio a Parigi, dove erano già fuggiti numerosi altri intellettuali antifascisti, e di lì continuare a pubblicare. Ada doveva raggiungerlo. Poco dopo il suo arrivo a Parigi, tuttavia, Piero contrasse una bronchite. Morì il 16 febbraio 1926, lasciando soli Ada e il loro bambino. Non aveva ancora venticinque anni. La nuova edizione di Nella tua breve esistenza aggiunge anche una lettera del 16 agosto 1920, trovata tra le cose di Ada in quella che fu la sua casa di Reaglie, e due piccoli taccuini di Ada del 1919 e 1920. È notevole il valore delle lettere e dei diari nel documentare la crescita di Ada nella sua individualità, la sua scoperta delle proprie forze indipendentemente da quelle di Piero, e la sua significativa influenza su di lui. [...]. Il 21 novembre rifletteva sulla disciplina e sull’angoscia che le procurava lo studio della filosofia (suggerito da Piero): “Non è vero che io abbia accettata la mediocrità. Non si è solo grandi intellettualmente o artisticamente. C’è anche la grandezza morale. Questa la vado con fede conquistando ogni giorno. Ed a questa non rinuncerò mai”. Una sera poco dopo la nascita di Paolo, Ada e Piero fecero una lunga passeggiata mentre il bambino dormiva, girovagando per le stesse strade dove usavano andare per stare soli quando erano fidanzati. Ada ricordava come Piero riconoscesse ciò che significava per lui: “Che importa che tu fossi una piccola creatura ancora un poco inconscia? Tu mi hai insegnato una cosa che da solo mai avrei potuto imparare: il sacrificio. Non avevo avuto educazione morale e in te e per te ho trovato agevolmente il mio superiore mondo morale [...]. In te veramente ho trovato la giustificazione di tutta l’opera mia: poiché posso rinnegare, sacrificandolo a te, il freddo meschino amore di me stesso”. Infine, l’appunto del diario di Ada dopo aver saputo della morte di Piero: “Se invece di essere anche la compagna del tuo pensiero e della tua fede, fossi stata soltanto la tua donna, avrei voluto e saputo trattenerti: e forse nulla sarebbe successo. Ma allora non ci sarebbe stato il nostro amore, il nostro amore così alto e perfetto, quasi divino”.
Recensione di Jomaire Alano.
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