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Esistono libri destinati a noi, capitano nella nostra vita per caso e arrivano a noi perché in qualche modo ci appartengono. Non è stato solo vento, era un libro destinato a me, un libro che da subito ho sentito mio, affine al mio sentire e in sintonia col mio più intimo vissuto.È un affascinante viaggio dentro al sentimento, tra le trame di un amore capace di toccare la perfezione, ma destinato a rimanere nel vento nonostante le raffiche dello stesso portassero ancora alle narici, indimenticabili odori che l'autrice ama nominare "odori di felicità"."Quando un amore finisce per incompatibilità, per consunzione, con il tempo ci si rassegna, ma quando un amore s'interrompe per cause esterne al rapporto, quell'amore si sublima, si idealizza, forse per sempre", narra l'autrice. Ci sono romanzi che si leggono d'un fiato e altri che si gustano lentamente per assaporarne ogni sfumatura. Non è stato solo vento, porta il lettore a sentirsi in dovere di fare entrambe le cose, non si vede l'ora di sapere come va a finire, ma nello stesso tempo si ha paura che leggendo troppo velocemente si possano perdere quei particolari preziosi che rendono questa storia intensa e vibrante.Dalle prime righe si percepisce che l'autrice ha scritto col cuore e se, a nostra volta, lo leggeremo con l'anima, avremo la sensazione di guardarci allo specchio, perché chi come lei ha avuto la fortuna d'incontrare il grande amore, non potrà non riconoscersi in questo romanzo e riviverne sensazioni ed emozioni che credeva ormai dimenticate.Accattivante la capacità narrativa dell'autrice che con la sua penna incanta, coinvolge e sconvolge trasmettendo fortissime emozioni; un mix di dolcezza e passione smodata con cui Giovanna Politi s'impone con la bravura di una scrittrice veterana e non di un'esordiente al suo secondo romanzo. Il tutto è ritmato, come in ogni sua narrazione, in un perfetto accordo tra prosa e poesia. Daria Vernaleone
Chi vola basso non può toccare il cielo, (di Giovanna Politi, marzo 2013) io mi ero fermato lassù, dove avevo imparato a sognare. Oggi di sogni non si parla più, ci si scontra con realtà dure, apocalittiche, che minano le basi del nostro sentire che è invece propenso al sogno, all'amore. È l'amore il motore, il sognare, la sua energia vitale. Giovanna Politi, nel suo incedere a passo lento nella nostra anima, questo ci comunica, questo ci dona. L'amore è per lei una chiave di lettura, conscia del fatto che ad esso non si può sfuggire. La sensualità descrittiva arriva al cuore e ai sensi del lettore perché scritta con la mano sinistra, quella appartenente alla sfera animica. Ognuno ci si può ritrovare in maniera diversa nella stessa storia, la più antica di sempre, quella che detta il tempo e scandisce le scelte della vita, in una parola: Amore. La vicenda, il racconto, la sua narrazione, sono scanditi da un tempo universale, un non tempo, il periodo è solo di circostanza per chi sa leggere in questa storia (così mi piace raccontarla) la metafora esistenziale di ciò che siamo e ciò che vorremmo essere. Le parole non sempre riescono a definire le emozioni, anzi, le confinano in spazi chiusi; e qui emerge la bravura dell'Autrice, l'azione descrittiva dello stato d'animo è pari al suo silenzio e il silenzio, si sa, è nutrimento dell'anima. Il suggerimento che mi sento di dare al lettore è quello di mettersi a nudo, di leggere senza protezione e pregiudizio, di spogliarsi e lasciarsi andare in questo fiume di memoria, in questa storia senza argini dove l'unica regola è l'Amore. Buona lettura e buon viaggio dentro voi stessi. Andrea Novembre
In ogni storia d'amore decide il cuore e quando decide, nulla può fermarlo. Ma cosa accade quando un grande amore s'interrompe senza finire? Rebecca lancia i dadi e libera l'amore dalla gabbia del dubbio cercando di ripercorrerne il destino. Un messaggio gelosamente custodito in memoria, compare per via del tocco magico e casuale di un tasto sul display del telefono riportando Rebecca nel pozzo-limbo della memoria, là dove il passato giace sonnolente tra le macerie di una felicità sfaldata dalle mutazioni del tempo. Graziella Mazzotta Nella mente istintivamente rimbombano mute parole, il corpo freme, il cuore sussulta. È giunto il momento di perdere il controllo, i "venti" della vita portano la protagonista a compiere un viaggio a ritroso guidata dalla sua memoria olfattiva, capace di provocarle ancora emozioni che credeva rimosse. Gli odori si dimostrano resistenti all'oblio; le narici, ancora intrise di "quell'odore di felicità" che Rebecca enfatizza e sublima, le rammentano che nulla di ciò che si è vissuto va perso. "Niente è per sempre, ma tutto rimane nella mente, per sempre". Non è stato solo vento è un romanzo coinvolgente e accattivante, dall'ambientazione ricca e accurata di dettagli, il cui potere evocativo sublima l'intensità delle emozioni, l'eternità dei sentimenti oltre la precarietà del vissuto. La sensualità femminile si lascia scoprire in tutte le sue sfaccettature scandita al ritmo di una narrazione sciolta, permeata di un erotismo capace di sedurre il più cinico dei lettori.
Recensioni
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