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Quando inizio a leggere un libro scritto da una scrittrice o scrittore Sudamericano mi accorgo che lo stile è diverso se confrontato con gli scrittori Europei. La trama semplice si arricchisce di particolari all'apparenza inutili, la scrittrice o lo scrittore cerca di entrare nell'anima del personaggio. Anche in questo romanzo Marcela Serrano, scrittrice Cilena, utilizza il racconto, tra l'altro molto semplice come trama, per descrivere sensazioni dell'intimo umano, cerca di entrare nel cuore del personaggio, ne descrive le sensazioni e le sofferenze. Certo il giallo è la scusa per descrivere un personaggio, una scrittrice Sudamericana con parentele americane, abbandonata da genitori sessantottini, che cerca la felicità che non ha mai avuta e che forse trova in età matura. Romanzo profondo certo ma non è un giallo paragonabile con i gialli europei ricchi di colpi di scena, nel Sudamerica la vita si svolge calma e tranquilla, non c'è posto per i colpi di scena.
Un libro che non mi ha coinvolto emotivamente. Ambientazione suggestiva ma la trama è un pò raffazzonata.Non ha i canoni del classico giallo e il finale risulta abbastanza scontato.
Nel caldo torrido dell’estate cilena, Carmen Lewis Ávila, scrittrice di grande successo, scompare. La polizia archivia il caso ma Rosa Alvallay, investigatrice privata, ottiene l’incarico di ritrovarla. Certamente definire “Nostra signora della solitudine” un giallo è alquanto fuorviante poiché il giallo, ossia la scomparsa della scrittrice, non è altro che un espediente narrativo per portare alla luce temi non facili come quello dell’abbandono, della mancanza di radici, dell’amore passionale non corrisposto, dei rapporti di convenienza per puro piacere della stabilità emotiva…degli amori sbagliati ma che puntualmente, anche a distanza di anni, tornano a bussare alle porte del cuore. Dal punto di vista prettamente letterario “Nostra signora della solitudine” è comunque un romanzo non privo di difetti. Nella prima parte, piuttosto macchinosa e un po’ confusionaria, la lettura procede con un ritmo alquanto singhiozzante. Nella seconda parte, invece, la narrazione si fa più dolce, più scorrevole e si accompagna a delle descrizioni ambientali, quelle del Messico e del Cile, davvero spettacolari. “Nostra signora della solitudine” non è un giallo, è una riflessione profonda e lievemente celata sulla condizione non soltanto femminile ma umana. Un libro consigliato a tutte le anime irrequiete che stanno ancora cercando la propria felicità. Potete leggere la recensione completa sul blog.
Recensioni
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