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Per imparare a vivere bene, a smussare i conflitti, a essere sereni.
La grande richiesta che mi arriva dalla società oggi è: ‘insegnami come fare a vivere finalmente meglio’.
Sui concetti di salute e malattia, intesi in termini filosofici e come situazioni personali, si sono soffermate decine di pensatori e scienziati nel corso della storia. Guardando al fenomeno in senso antropologico, si è risaliti all’atto del saluto - che abitualmente si scambia tra gli uomini - come auspicio, appunto, di una buona salute, e alla malattia come presenza del male nel nostro corpo o nella mente.
Alla consapevolezza che il “benessere” fosse qualcosa di diverso e superiore rispetto al concetto di salute, gli scienziati sono arrivati in tempi relativamente recenti: quando si sono resi conto che la salute non basta a causare il nostro stato di contentezza, così come la malattia, alcune volte, non ci impedisce di provare gioia. Ci sono vissuti molto diversi, assolutamente personali, di fronte alla medesima malattia.
Il punto, spiega il professore Vittorino Andreolo, psichiatra di fama mondiale, non è semplicemente la differenza di significato tra questi termini, ma è la presa di coscienza che all’interno delle discipline mediche si sta sviluppando una nuova disciplina del benessere, o per il benessere, che tiene conto anche delle relazioni che le persone intrattengono tra di loro e con la società - l’economia, la giustizia, il governo - e tutte le altre contingenze in cui siamo immersi durante la vita quotidiana.
Tale nuova disciplina, che il professore Andreoli chiama, usando un neologismo, “Bendessere”, è proprio l’attività che analizza, produce e promuove il benessere, e che si discosta nettamente da quello che comunemente viene inteso come malattia da parte dell’organizzazione sanitaria.
Per questo motivo il punto di partenza di libro e della “rivoluzione” che annuncia, è proprio la crisi della medicina. Una vera e propria crociata, che Vittorino Andreoli intraprende alla conquista di una nuova esistenza e che alla fine ci condurrà verso un radicale mutamento delle nostre abitudini, personali e culturali.
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