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Questo romanzo, acquistato moltissimi anni fa e riletto di recente, è amaro e malinconico. Un plauso all'autrice, la cui penna delicata è riuscita a tratteggiare tinte forti, ma anche sfumature in chiaroscuro di ciò che è stata l'esperienza più brutta che ha toccato milioni di italiani: l'emigrazione. Anch'io ho appena ultimato la stesura di uno storico inerente alle migrazioni italiane e posso dire che, oltre al saggio di Gian Antonio Stella "L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi", c'è tutto un sottobosco di orrori da scoprire, se solo si sa dove guardare. I libri scolastici ovviamente parlano di mere cifre, ma dietro quelle cifre c'è stata della gente che è morta di fame, che è stata impiccata, massacrata di botte, sparata o mandata alla sedia elettrica. Pochi sono stati gli italiani che ce l'hanno fatta. Per cui il mio grazie va a chi, come la Belotti, parla di Gildo e non di Rodolfo Valentino o di altrettanti italoamericani famosi alla stregua di Frank Capra, Bob De Niro, Coppola eccetera. Perché gli ultimi, i poveracci, quelli che nella scala sociale risiedono agli ultimi gradini, hanno tanto da dire ed è bello dar voce anche a loro.
Mah, di molto bello c'è la ricostruzione storica. Per il resto la trama è molto statica, soprattutto all'inizio. L'unico personaggio che emerge è quello che incarna il padre dell'autrice, gli altri hanno una caratterizzazione psicologica meno definita, nonostante se ne parli abbastanza.
concetta ho letto in questi giorni "pane amaro", devo dire che mi è piaciuto moltissimo, raccolgo il suggerimento che ho trovato tra le recensioni e lo passerò al mio collega che, a scuola, coordina le attività di intercultura, ne parlerò con i ragazzini, anche se non insegno lettere, forse li aiuterà a riflettere prima di offendere il loro compagno magrebino. ieri a san vittore un ragazzo si è impiccato, ho pensato a gildo e ho capito cosa deve aver provato quel giovane, perciò la crudezza di certe pagine non mi è sembrata inutile, è la realtà, a volte, ad essere cruda. mi è piaciuto tanto anche come l'autrice ha presentato la figura del protagonista con i suoi stati d'animo, emozioni, abbattimenti, alla fine si ha l'impressione di averlo conosciuto davvero.
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