L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (1)
Negli anni '70 nella piccola e apparentemente felice cittadina americana di Ruby in Oklahoma, fondata e abitata unicamente da neri, il conflitto tra generazioni accentua le mai sopite rivalità tra i vari strati della popolazione.
«Paradiso è il romanzo più originale e inaspettato che Toni Morrison abbia mai scritto» – The New Yorker
Nell'ex convento della città si rifugiano cinque donne di diversa provenienza. La loro presenza viene considerata destabilizzante: il convento è sempre aperto a tutti, a qualsiasi anima persa bisognosa di comprensione. Così è proprio quel luogo, e il singolare nucleo familiare che ci vive, a catalizzare le furie purificatrici e giustizialiste di un manipolo di uomini decisi a riportare la città agli antichi splendori, costi quel che costi.
"Le ragazze del Convento ballano, slanciano le braccia sopra la testa, fanno questo e quest'altro. Fanno grandi sorrisi e qualche urletto ma non guardano nessuno. Soltanto i corpi che ondeggiano."
Se aver ottenuto il premio Nobel per la letteratura significa possedere una statura superiore a quella dei propri contemporanei, per Toni Morrison credo abbia anche significato l'aver ottenuto un riconoscimento di altissimo livello per i contenuti profondamente "civili" delle sue opere. In questo Paradiso l'autrice supera la volontà di testimoniare l'orgoglio della cultura afroamericana, per approdare all'affermazione di una trasversale e nuova visione di "differenze" che si basano non più sulle specificità razziali, quanto sulla maggiore o minore libertà interiore, sul conformismo rispetto alla trasgressione, su regole dettate dalla morale comune rispetto a quelle di una più generosa e duttile mentalità. Se poi è l'essere donna quello che fa sostanzialmente la differenza, questo rende ancora più difficile l'accettazione da parte del potere "maschile". Storia tragica quella qui descritta: l'uccisione di una comunità di donne compiuta da alcuni uomini, di età tra loro diversa, che ha l'unico scopo di eliminare una realtà ritenuta pericolosa e peccaminosa. Gli assassini non sono dei mostri, né viene demonizzato il loro punto di vista: è la paura, il sentirsi destrutturati come individui e come gruppo che li muove. Il romanzo procede attraverso i lunghi "ritratti" delle donne che trovano la morte in quella terribile spedizione punitiva: donne di diversa età, diversa estrazione sociale, diversa razza. Un bisogno disperato di aiuto, materiale o morale, le ha tutte condotte in un unico luogo, in tempi diversi e con diverse aspettative. Il luogo è definito il Convento e infatti era un convento di monache prima di essere la sede di quella strana comunità. Ma originariamente quella grande casa era destinata a ben più peccaminose attività, era infatti l'abitazione di un malversatore (così è definito nel romanzo), un gangster che aveva in tutta quella grande casa lasciato tracce di lusso e di lussuria che le attente monache non erano riuscite interamente a cancellare. Quando poi quella dimora del peccato era diventata un Convento aveva accolto ragazze indiane da redimere sotto la tutela di una ricca signora convinta di "portare Dio e la lingua ai nativi poiché si riteneva che non avessero né l'uno né l'altro; modificarne la dieta, il modo di vestire, la mente; aiutarli a disprezzare tutto ciò che un tempo aveva reso la loro vita degna di essere vissuta". Ed è proprio questo in fondo il compito che anche quel branco di uomini diretti al Convento abbandonato per eliminare delle donne "pericolose" si vuole assumere: ristabilire l'ordine costituito.
Dalle singole storie che scandiscono i capitoli del libro emergono vicende tra loro molto diverse, solitudini e infelicità, rifiuto del ruolo che la società o la famiglia impone, e infine il bisogno di pace che coincide col trovare rifugio nella villa, magari un rifugio temporaneo. Quella grande casa è un po' la testimonianza di una vita diversa, di scelte anticonvenzionali, di rapporti non sempre idilliaci, ma sempre autentici: diventerà invece il luogo della morte e della sconfitta.
A cura di Wuz.it
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore