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Anno edizione: 2017
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La possibilità di vivere comincia nello sguardo dell’altro. Quando, se non nell’adolescenza, questo verso di Houllebecq diventa assioma esistenziale? Borgna ha dedicato svariati libri al tema della depressione negli adolescenti, soffermandosi spesso sulla risposta emotiva dei genitori al mal di vivere dei figli. Dalla qualità della reazione dell’adulto dipende la guarigione dei ragazzi. L’incapacità di alcuni genitori nell’immedesimarsi con i problemi dell’adolescenza denota la scarsa attitudine a ricordarsi degli errori e delle fantasie della gioventù. L’adulto soffre di una miopia mnemonica, e quindi affettiva, che lo induce all’isolamento e all’indifferenza. Il più debole nel frattempo viene abbandonato a se stesso.
“Bisogna scendere lungo il cammino del mondo creativo dei giovani. Altrimenti può nascere dolore e solitudine. Senza comunicazione gli adolescenti più fragili si ammalano, nei casi più gravi si isolano, fino a scegliere il suicidio”. Questo è il suggerimento di Borgna che troverete nelle primissime pagine del testo, un consiglio di buon senso frequentemente ignorato o bollato come troppo semplicistico. Eppure è ciò di cui più ha bisogno l’adolescente disagiato.
Lo psichiatra elabora in questo testo un modello di famiglia disfunzionale in cui può verificarsi un caso di depressione. Viene definita “cellula chiusa” quello spazio domestico in cui ogni componente del nucleo conduce una vita separata dagli altri. Il teenager vive isolato in un mondo virtuale dominato dalla tecnologia, il genitore invece rimane ingabbiato nelle dinamiche deleterie e alienanti del lavoro segnato dalla crisi e dal precariato, dedicando minor tempo alle necessità dei figli.
Secondo Borgna ci stiamo avvicinando a una “società autistica”, in cui i doveri dei modelli di riferimento vengono meno, schiacciati da un egotismo che bandisce limiti e divieti in nome di una libertà che in realtà risponde al nome di indifferenza. Il giovane cresce disorientato, guidato da un impulso cieco che lo porta ovunque lo desideri, spesso verso luoghi dello spirito a cui avrebbe dovuto accedere in età più avanzata.
“Le passioni fragili” è una lucida disamina dell’ingombrante peso della depressione nella società d’oggi, un male capace di mutare forma e innestarsi laddove venga lasciato spazio al distacco e all’apatia. Borgna ci illustra come riempire le distanze generazionali e aiutarsi vicendevolmente, in questo preziosissimo libro che è un invito all’autenticità e all’onestà nell’affrontare le fragilità dei nostri figli.
Recensione di Matteo Rucco
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