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Anno edizione: 2007
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Anno edizione: 2013
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Un Padre, una nave. E tutti i giorni a ricordarlo identici a un'ancora che fissa il passato, i momenti, e li riavvolge, li riscopre, li canta, nelle adorate pagine di un figlio. Un libro che è un'elegia superlativa, un ultimo e primo abbraccio rinnovati ad ogni rigo, memoria e presente, clinica e risata, inquietudine, ripensamento, tremore, insonnia, i tanti soffocanti e labirintici circuiti di uno stato d'animo perso fra un attendere che può preludere a un peggio e un agire che, in ogni caso, non rimanderà di molto un addio.Confessione stremante, merda sparsa in ogni fessura del bagno nei commossi cedimenti del corpo paterno e umiltà di figlio a ripulirne ogni filo, nel perdono, nell'amore, in quella clemenza che scusa qualsiasi gesto. Due uomini nudi nel loro legame interiore, come in un resoconto di decenni che finisce per essere il poetico tratteggio del bene senza tempo:"Pensavo alla primitiva orda dei figli che,come Freud amava congetturare,sono capaci di annullare il padre con la forza. Io appartengo all'orda che non sa muovere un dito..Quando devastiamo,quando cancelliamo,non è con scariche di pugni o spietate macchinazioni o violenze folli e incontrollate,ma con le parole,col cervello,con le capacità mentali,con tutta la roba che ha prodotto l'abisso struggente fra i nostri padri e noi,e che essi stessi si sono rotti la schiena per darci.Nell'incoraggiarci ad essere così in gamba, non sapevano che stavano fornendoci gli strumenti per lasciarci isolati e a bocca aperta davanti a tutte le nostre furenti insulsaggini".Quasi a sottolineare l'impotenza e insieme la necessità di scriverne, ecco un duello fra il legare tutto in una fedelissima vivezza e una specie di rassegnazione alla partenza. Ebraismo e comicità insieme nelle parole del padre:"Dottore, ho un mucchio di gente che mi aspetta dall'altra parte". Racconto magnifico,sincero all'osso,una passeggiata fra un "clown con la dentiera malferma" e un figlio ammonito a non dimenticare nulla.Indimenticabile.
Inizio citando l'ultima frase del libro: "Non devi dimenticare nulla". Questa credo sia la frase che racchiude e illustra tutto il romanzo che di fatto è una dichiarazione di affetto nei confronti del padre dell'autore. Un racconto personale di Roth che anche questa volta non delude. Un atto d'amore nei confronti di un genitore.
Un romanzo che arriva al cuore, scritto allo stesso tempo in modo pragmatico e sentimentale, la vita e la personalità del padre, amato e odiato, raccontata con semplicità, mai retorica. Roth sempre più grande.
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