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Questo racconto e' prima di tutto un romanzo autobiografico che assume, durante la lettura, una sorta di conversazione confidenziale tra autore e lettore. I personaggi di questa storia, hanno delle forti analogie con la vita dell'autore basti pensare che il protagonista principale, Arthur Pendennis, rappresenta lo stesso Thackeray degli anni giovanili. La lettura, nonostante la mole, e' godibile anche se ogni tanto l'autore fa' delle riflessioni per introdurre brevi momenti di malinconica poesia che pero' non assumono mai toni patetici. Piccole gemme, come le amo definire, sono i ritratti che fa di certi personaggi che poi alla fine diventano caricature, come Costigan, l'ambiguo colonnello Altamont o la pittoresca famiglia Amory.Un romanzo vittoriano intriso di scene semplici e brevi che ti arrivano dritte al cuore e ti lasciano una piacevole sensazione.
Thackeray (1811-1863) scrive Pendennis dal novembre 1848 al novembre 1850. Non ha ancora quarant’anni, è solo perchè la moglie Isabelle Shawe è stata internata in un manicomio e ama disperatamente Jane Elton, la moglie del suo più caro amico, William Brookfield. Scrive la sua autobiografia con furia negli ultimi giorni del mese, 32 pagine al mese, confondendo i contorni del suo carattere e del suo destino così come l’inconscio fa con i sogni. Thackeray è un giovane Artur Pendennis legatissimo alla madre (Anne Becher - Helen Pendennis) e alla cugina (Mary Graham - Laura Bell), è sventato, inconcludente e dedito al gioco. Poi cambia pelle e diventa il melanconico amico di Artur, George Warrington, condannato alla solitudine da un matrimonio infelice. Forse a segnare il destino del romanzo e dei suoi protagonisti è, a giugno del 1849, la notizia della gravidanza di Jane Elton che rende definitivamente impossibili le sue fantasie amorose e lo fa precipitare nella malattia. Da allora nutre la malinconia di Warrington con la propria malinconia e lascia che Artur Pendennis viva la propria vita immaginata accanto a Mary Graham. Insomma una bellissima autobiografia onirica che intreccia il ricordo, il desiderio e il rimpianto per le possibilità perdute.
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