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“Per fare colazione ho bisogno di tre cose: il cane, una bistecca e una bottiglia di whisky. La bistecca la mangia il cane.”
Anonimo colonnello del Kentucky
Se persino Noè, come ci viene raccontato, si è preso una famosa e potente sbornia, credo che anche noi possiamo concederci qualche piccola trasgressione.
Scherzi a parte, quello che voglio proporvi non è certo un’ubriacatura ma bensì un’”inebriatura” con la lettura del lavoro Elogio della sbronza consapevole.
Gli autori, Enrico Remmert e Luca Ragagnin, ci conducono lungo un’ideale via del vino letteraria, lastricata da innumerevoli proposte che vanno dalla Bibbia fino ad arrivare ai giorni nostri, all’approfondimento di tutto quanto si lega alla cultura del bere, attraverso gli occhi, il palato, la saggezza e la provocazione di personaggi come Omero, Plutarco, Virgilio, Lorenzo de’Medici, ma anche Bukowski, Edgar Allan Poe, Melville, Calvino, giungendo fino agli scritti poetici dell’apparente timida Emily Dickinson.
Ci si domanderà anche perché sono presenti , in un contesto così “di spirito”, personaggi come Vittorio Alfieri, Dino Buzzati, Vincenzo Monti, Edmondo De Amicis, piuttosto che Ottiero Ottieri o Dante Alighieri. La risposta ci verrà dalle pagine scelte dagli autori, dopo uno scrupoloso e non facile lavoro di ricerca, che ci consentiranno di percepire sfumature particolari, sicuramente sfuggiteci durante il nostro impegno scolastico.
Anche la musica, ovviamente trova spazio in questo “raffinato cocktail” in un interessante capitolo o meglio, come dicono gli autori “una appendice musicale incompleta” dal bizzarro ma esplicativo titolo di: “Strawhisky “(!) dove i “Libiamo, libiamo…” di verdiana memoria si incontrano con le considerazioni espresse poi musicalmente da Patty Smith, Paolo Conte, John Lennon, Francesco De Gregori e Frank Zappa.
È un modo interessante per “leggere le canzoni”, per poter dare più spazio al testo, alle parole scelte senza, in questo caso, farci condizionare dalla musica.
Non mancano aforismi, citazioni vere o “falsificate” con grande arguzia come quella attribuita a Robespierre (forse!): Libertè, Egalitè, Beaujolais… o la celeberrima “Bevo soltanto due volte al giorno: a pasto e fuori pasto”, di Anonimo Veneto.
Vogliamo concludere sottolineando il piccolo capolavoro qual è la prefazione a firma di Bruno Gambarotta, prefazione che non manca di aggiungere al volume un tocco di particolare qualità.
A cura di Wuz.it
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