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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2017
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E' l'ottavo romanzo di Nesbo che leggo. Forse la traduzione ha influito negativamente sul risultato ma, a differenza dei precedenti che ho letto, ho faticato molto ad arrivare alla fine. Per me uno dei peggiori.
Thriller cruento e assai riuscito, caratterizzato da una trama scorrevole, "cinematografica". Scontato l'ingresso a metà libro di Harry Hole, e non è un caso se da quel momento le pagine filano via in un amen. Consigliato agli amanti di Nesbo come me.
Ho letto vari libri di questo autore, devo dire che questo è quello che mi è piaciuto di meno, molto prolisso, a tratti confusionario, con personaggi difficili a volte da ricordare. Piccolo passo falso di questo autore...
Recensioni
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James Ellroy - mica pizza e fichi – ha un problema. Sostiene di sentirsi il fiato di Jo Nesbø sul collo.
“Io sono il più grande”, ha detto l’acclamato scrittore di crime, con quell’immodestia venata di rimpianto che contraddistingue chi è consapevole del proprio valore ma sente il tempo rosicchiargli le caviglie. E, infatti, subito dopo ha aggiunto: “… ma Nesbø mi sta alle calcagna come un pitbull rabbioso, pronto a prendere il mio posto appena tirerò le cuoia”.
Passaggi di testimone. Un’investitura in piena regola, per uno scrittore che in poco più di un decennio è entrato stabilmente a far parte di un gotha i cui soci si contano sulla punta delle dita.
C’è Ellroy, per l’appunto, la cui grandezza è acclarata da tempo grazie a un’infilata senza eguali di classici del genere; poi c’è Michael Connelly, che ha ancora diverse frecce all’arco del suo Harry Bosch; Patricia Cornwell è a corto di munizioni, invece, ma finché continuerà a fare la Scarpetta nel piatto della sua ispirazione, potrebbe anche non accorgersene nessuno.
Ultimo arriva Jo Nesbø, che col suo passo da fondista ha recuperato posizioni su posizioni e si appresta a insediarsi sopra uno scranno dal quale sarà un’impresa scalzarlo.
E voi che leggete questa recensione, smettetela di malignare: l’ombra che si muove furtiva nel giardino di casa Ellroy non è quella di Nesbø. È semplicemente il ragazzo che consegna il latte.
Insomma, questo edificante preambolo per annunciare che Jo Nesbø è tornato; ma l’impressione è che non fosse mai veramente partito, restando piuttosto in un cantuccio, rintanato assieme ai suoi babau crudelissimi e perfetti che fanno tanta più paura perché sembrano parlare direttamente a ciascuno di noi, attraverso i riflessi e i bagliori emessi da quello specchio nero e cangiante che è l’anima del loro antagonista, Harry Hole.
Hole ormai lo conosciamo bene, ormai, e sappiamo che è decisamente un black hole: un buco sempre più nero a ogni nuovo capitolo delle sue avventure. In quella voragine vanno a finire vizi, stravizi e dolori privati di una delle figure più iconiche e potenti partorite dal crime fiction degli ultimi anni.
“Polizia”, come l’anodino (e un po’ insipido) titolo lascia intuire, mette al centro della narrazione il corpo di polizia della capitale norvegese. Un corpo mutilato, messo in serissimo pericolo dagli orrendi delitti commessi da un serial killer squisitamente efferato.
Una dopo l’altra, rotolano molte teste. E non si tratta di un’espressione figurata: non c’è alcun ricambio, ai vertici della polizia di Oslo. È solo che nessuno sembra essere in grado di fermare questa carneficina, che sta privando delle sue intelligenze migliori l’OPD e la Krypos, lasciando la città senza presidio e facendo scervellare i sopravvissuti in cerca di una risposta all’insolubile mistero: chi è che li vuole tutti morti?
Come dire… ci vorrebbe Harry Hole, per fare chiarezza e rimettere in carreggiata cose che sembrano andate fuori controllo. Il guaio è che Harry è irreperibile. Forse è addirittura morto: l’avevamo lasciato piuttosto immobile, alla fine del precedente (e molto lodato) Lo spettro, e anche all’inizio di Polizia non è che lo si veda muoversi granché.
Che fine avrà fatto il nostro alcolista preferito?
Non diremo oltre, perché si rischia di rovinare più di una sorpresa a quei nesbofili che ancora non avessero letto i capitoli precedenti.
A cura di Wuz.it
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