Storia complessa che vede come protagonista Filippo, il figlio abbandonato di un nobile, discendente di una ricca e potente dinastia della quale il potente Cardinale Ignazio De Fughis, mantiene l’assoluto potere economico e finanziario. Il padre di costui e nipote del potente prelato, Cosimo De Fughis, negli anni ’60, aveva sbattuto la porta in faccia allo zio Cardinale nonché alla ricchezza ed al benessere di famiglia, per ritirarsi a vita più celebrale e spirituale, rintanandosi con un gruppo di giovani “hippie” in una tenuta di famiglia alle porte di Roma, rinnegando i sani principi cristiani voluti fortemente dallo zio Sacerdote che, alla fine, lo ripudierà. Nel periodo che vede la presenza di questo gruppo di “figli dei fiori” nel Casale della Calcagneta, una ragazza della comune, Caterina, resta incinta e decide di portare a termine la gravidanza del suo bambino, nonostante avesse avuto relazioni con tutti e cinque uomini di quell’avventura “beat generation”. Pur sapendo chi fosse il vero padre, non rivelerà mai a Cosimo la sua paternità, tenendolo all’oscuro di quel suo bambino. Inoltre racconterà al figlio Filippo che le sue origine sono state benedette dal Signore che ha voluto dargli ben cinque padri, i maschi della comune. Il bambino abbandonato dalla mamma in un convento di suore, cresce con la convinzione di essere uno spirito eletto e, anche per colpa di una forma di malattia psichica ereditaria, presto impazzisce e scappa dal convento, decidendo di vivere come un vagabondo. Un banale incendio della catapecchia dove viveva, lo costringe ad essere accolto presso l’ospedale per le cure del caso. I medici, constatando la demenza dell’uomo, decidono di ricoverarlo in una clinica psichiatrica di proprietà dello stesso Cardinal De Fughis, divenuto un grande imprenditore edilizio, anche grazie ai giovani della comune che ha piazzato nei posti di potere utili per il suo smisurato arricchimento immobiliare. La celata identità di Filippo viene scoperta del direttore della clinica che, a sua volta, è il figlio, ovviamente, non riconosciuto dello stesso potente Sacerdote, avuto dall’unione con la perpetua. L’ingegner Alberti, che sapeva essere figlio rifiutato del Cardinale, approfitta di Filippo per compiere il suo assurdo progetto che vuole eliminare sia l’unico erede De Fughis, cioè Cosimo padre inconsapevole dello stesso Filippo, che, anche se ripudiato dallo zio, potrebbe ottenere ugualmente l’intera eredità, e sia i compagni della comune che conoscevano la storia e, quindi, potenziali testimoni a suo sfavore. L’obiettivo dell’Alberti è dimostrare di essere l’unico avente diritto dell’intere proprietà di famiglia, rivendicando, una volta deceduto il padre Cardinale, le sue origini. Pertanto, facendo leva sulla malata psiche di Filippo, lo convince ad uccidere, ad uno ad uno, i componenti maschi della comune, motivando tale azioni come un atto di “purificazione dei padri peccatori”. Filippo, che aveva trascorso l’infanzia nella convinzione di essere stato generato da cinque uomini, esegue i delitti, scoprendo, però, di essere lui il vero erede della dinastia De Fughis. Quindi, pur perpetrando gli orribili crimini, prepara la sua personale vendetta. In tutto questo garbuglio d’interessi e rivalse, il nostro Commissario Cinti corre appresso agli omicidi, cercando di scoprire il perché di tanti efferati delitti. Sarà lo stesso Filippo che, utilizzando un codice, porterà il poliziotto a scoprire non solo il responsabile dell’assurdo progetto, ma anche altre diverse malefatte compiute dal Cardinale e dalle sue scellerate operazioni immobiliari.
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