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Il tarlo che si insinua, i dubbi che mai hanno fatto parte della vita di Emma, laureanda e prossima alla tesi, affiorano come le bolle di un sub che cerca nelle profondità tracce di un misfatto sepolto, tutto questo durante l'interrogatorio a cui verrà sottoposta dalla dottoressa Damiani che conduce le indagini sull'omicidio della moglie di Jacopo, suo compagno dal quale aspetta un figlio. Il romanzo si svolge quasi interamente nell’anonimato di una stanza del Commissariato di Roma o nelle immediate vicinanze ma mai ci si stanca e ogni capitolo fornisce a questo particolarissimo poliziesco qualche elemento che stimola a proseguire. Ogni pagina sembra trasparente e in 3D tanto si leggono con chiarezza ogni particolare dei personaggi. Emma appare fragile, vulnerabile e bisognosa di conferme; la Dottoressa Damiani, con il suo capace modo di condurre gli interrogatori, diretto ma mai dispotico, più colloquiante che insinuante, apparentemente distratta dai suoi problemi ma in realtà attenta nelle valutazioni e molto acuta, è il personaggio che più mi è piaciuto. Jacopo, bello, sincero, signorile, accogliente e sensuale che prima di lui cattura tutti con la sua voce calda e rassicurante. E via via il susseguirsi di altri interpreti ognuno inserito nella storia che si intreccia alla perfezione, una storia di cui non svelo nulla perché leggerla, ignari, vi assicuro sarà una piacevole compagnia di qualche giorno. L'autrice, con la sua scrittura fluida (e senza errori!), cattura l’attenzione del lettore e da quel momento è intrappolato come parte del romanzo stesso e quando, conclusasi l'indagine, uscirà insieme ai personaggi, guardando verso la porta che si chiude, può solo sperare che la Dottoressa Damiani non pensi più all’agognata pensione e ci possa portare verso un'altra vicenda da districare.
Un giallo a sfondo sentimentale che parte dall’incontro di una ragazza con un attraente gentleman, Jacopo Doschi, proprietario di un palazzo-museo ricolmo di opere d’arte, che sarà galeotto perché farà nascere l’amore fra i due protagonisti, e culmina in un vero e proprio giallo, fatto di interrogatori serrati, volti a far luce sull’omicidio di un’affascinante professoressa universitaria, ex consorte del Doschi e attuale amante di uno dei tre fratelli di Jacopo, l’istrionico Francesco, suo gemello, attore teatrale per professione e rubacuori per vocazione. I personaggi che a vario titolo gravitano attorno alla famiglia Doschi passeranno al vaglio di un commissario di polizia donna, la dottoressa Damiani, una persona tanto stravagante quanto puntigliosa e scaltra negli interrogatori e nelle ricostruzioni dei fatti, che riuscirà a far emergere il colpevole. Con il suo ritmo serrato non delude le aspettative dei cultori di questo genere letterario.
Questa è la mia recensione del libro "Prima la voce" di Maddalena Mantovani c Il romanzo è molto ben strutturato, la scrittura scorrevole e raffinata. Fin dalle prime pagine si avverte prepotente il tratto femminile che disegna il contesto. Nonostante l ambiente poco gradevole di un commissariato di P.S., prevale la gentilezza dei toni. La natura di Emma, la protagonista, è aristocratica, fin da piccola si identifica nel ruolo di principessa nel quale si compiace grazie all amore genitoriale. Finanche la scelta degli studi a sfondo artistico, rimanda alla sua natura nobiliare, propria del mecenatismo rinascimentale. Questa è la sua meta e la raggiunge per caso in una Roma seducente che si riconosce ne "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, sia per gli ambienti che per i personaggi di alto profilo. Uno si staglia fra tutti, Jacopo, la cui voce registrata su un'audioguida per i turisti che visitano Palazzo Doschi, affascina Emma per il tono "avvolgente e pacato", al punto da farla interrogare se sia possibile innamorarsene. Il personaggio di Jacopo viene descritto con particolare fervore, tanto da chiedersi se e quanto sia reale o piuttosto la proiezione delle sue aspettative. L'autrice si distingue per l'abilità descrittiva di tutti i personaggi mostrandone i lati più reconditi del carattere ma di Jacopo Doschi fa un vero e proprio principe. Ogni parola che lo riguarda diffonde un alone amoroso che sembra travalicare la finzione letteraria. Lo sviluppo della trama, colorata di giallo fin dalle prime pagine, saltella fra presente e passato e si sviluppa intorno all'omicidio di una donna che pare estratta dalle pagine patinate di riviste specializzate nelle storie di personaggi del bel mondo. Ciò non di meno la vittima è una docente universitaria bella e corteggiata oltre il dovuto e questo complica non poco l indagine che,
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