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scheda di Bosco, A. L'Indice del 1999, n. 06
Nata aveva scritto un libro scintillante e divertente qualche anno fa presso Theoria, libro poi ripubblicato nei tascabili Feltrinelli, dal significativo titolo: Il dipendente. Era la storia, narrata in prima persona, di un top manager di una società di carte di credito.Il libro, agile e aggressivo, rendeva conto in modo credibile e accattivante dei cortocircuiti e dei meccanismi di pensiero in cui collassava la mente di un top manager: le lotte interne, il rapporto servo/padrone con il proprio capo, i miti, la solitudine e lo squallore in cui alla fine dei conti si risolveva la vita del protagonista, che si concludeva tragicamente. Era un libro che segnalava un vivace talento letterario.Che però non convince altrettanto in questo secondo libro; esso infatti non è che il prolungamento del primo.La tecnica narrativa è la medesima, e il protagonista è davvero simile al precedente, addirittura lavora nella medesima società di carte di credito (Transpay); è solo un individuo più buono, forse, più equilibrato; potrebbe essere la medesima persona dieci anni dopo.Il titolo del libro è pretestuoso: il nuoto come disciplina in cui il protagonista si scarica è infatti stucchevolmente connesso con il racconto, e non ne rappresenta la chiave di lettura.E anche il rapporto del protagonista del racconto con il padre, che a leggere la quarta di copertina dovrebbe essere il filo rosso della lettura, è in fondo di poco momento. Così il lettore si trova come all’interno del primo libro, ma in una sua versione più scialba.
Andrea Bosco
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