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Esistono tanti modi per raggiungere la vetta di una montagna. In quel famoso, tragico agosto del 2008, sul K2, Marco Confortola aveva usato delle corde robuste, assicurate tramite ancoraggi che si incastravano nella roccia dura, superando l’ostinato strato di ghiaccio. È un metodo che funziona sì, ma non per tutti. A due persone su dieci può andare male, la roccia può franare, il ghiaccio può cedere, chi lo vieta alla montagna?
Esce ora in libreria Ricominciare, il secondo libro di Marco Confortola, che, in Giorni di ghiaccio aveva già raccontato la sua drammatica esperienza sulla seconda vetta più alta del mondo. È diviso in tre capitoli. Il primo si chiama “l’incubo” ed è il diario di quella insopportabile scalata, di quella discesa impossibile. Perché Marco, alpinista estremo, explorer e guida alpina, lo sa bene: quando scendi sei su di giri, hai solo voglia di tornare alla base, bere qualcosa di caldo, risposarti. È proprio allora che la montagna esige il suo tributo di corpi. E quando l’aria diventa sottile, le ombre cominciano a sembrare più reali degli oggetti che le creano. Marco narra l’orrore di quella spedizione, dei compagni appesi a testa in giù lungo le pareti ripide, della vita che scivola via dalle dita come un chiodo difettoso che scappa dalla roccia. Le critiche sono per quelli che se ne stanno sul divano a guardare, ma le decisioni spettano a chi si trova nella storia, a chi fa la storia. Questo è l’incubo di Marco.
Quando apre di nuovo gli occhi comincia “il sogno”, il secondo capitolo. Le dita fanno male e il sangue che pulsa è un disperato tentativo che il corpo compie per rianimare le sue estremità, ormai nere e rinsecchite. Quando si trova in ospedale, in Italia, scopre che la montagna lo ha lasciato andare, ma ha richiesto un tributo: tutte e dieci le sue dita dei piedi e undici dei suoi compagni. Il K2 lo ha risparmiato, adesso lo perseguita. Le calunnie e le dicerie sono un vento perfido, più gelato delle sferzate che volano a 8000 metri. Ma nel 2010 Marco ci riprova. Comincia così il terzo capitolo, “la realtà”. La nuova sfida si chiama Lhotse. Poi, ad un certo punto, Marco decide di tornare indietro. C’è un tempo per tutto, anche per fermarsi a pensare. Ma tornare indietro non vuol dire smettere.
Confortola è uno che la montagna ce l’ha dentro. In Ricominciare, scrive di come, fin da piccolo, aveva imparato ad ascoltare le vette, a conoscerle, mentre i compagni andavano in cerca delle discoteche. Racconta di un’infanzia passata a fare amicizia con la roccia, a farne la sua vita. Da maestro di sci a guida alpina, l’autore scrive di una passione, una ragione di vita così potente da mettere in gioco la vita stessa.
Alla fine del libro, arricchito da una serie di immagini fotografiche a colori, c’è una promessa: nel 2012 si ricomincia. Ancora una volta, sarà la montagna a decidere chi farà ritorno.
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