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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Molti conoscono il Giappone delle città scintillanti, del sushi e dei manga. Pochi si avventurano nelle campagne silenziose, tra gli alberi millenari, dove la tradizione è forte e le foreste sono sacre. Un viaggio straordinario nel Giappone meno conosciuto.
«Il Giappone è quel luogo dove i fantasmi sono reali. È un paese che nasconde la propria spiritualità dietro alle luci brillanti dei malls, al cemento degli uffici e delle autostrade, al fumo dei bar e degli izakaya. È nelle campagne silenziose, nell'intimità delle case, che appaiono i fantasmi della tradizione, gli dèi dello shintoismo e gli eroi delle leggende, i tengu e gli spiriti dispettosi che interagiscono con gli umani. Conoscere questo Giappone è molto complesso per un gaikokujin, uno straniero, perché è difficile esserne accettato, è difficile da comprendere, difficile da trovare. Ho dovuto lasciarmi alle spalle la città, le guide, i reportage scritti in inglese per gettarmi nel vuoto. È così che li ho incontrati, questi spettri reali, per la prima volta in una foresta tanto imponente quanto dimenticata, dove i primi passi mi hanno lasciato letteralmente senza fiato. E da lì questi fantasmi mi hanno seguito per tutto il mio viaggio, tra le decine di villaggi abbandonati, gli ultimi monaci animisti al mondo, gli alberi millenari grandi come torri e venerati come dèi. Erano con me tra le case piccole, dai tetti blu, immerse nelle nebbia, circondate dal tè profumato di rugiada, negli altari nascosti dal muschio, nella foresta che divora la vallata e i suoi abitanti».
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"Il Giappone è quel luogo dove i fantasmi sono reali", così si apre questo cammino nell’anima profonda del Giappone. Con un testo che è ricerca antropologica, indagine ambientale e socio-culturale, accompagniamo Lorenzo alla scoperta delle vene più private e nascoste del Giappone. Ritorno alle Foreste Sacre è un viaggio tra esperti di paesaggio, monaci, spiriti e scenari da archeologia urbana. Si parte dalla ricerca dei kofun, tombe megalitiche disseminate per le campagne e oggi dimenticate, sommerse dal tempo. Un incipit che racchiude tutto il libro: il Giappone non ha dimenticato il passato, lo ha sepolto sotto il presente. C’è poi il viaggio interiore dell’autore. Attraverso una serie di incontri con individui "eccezionali", Lorenzo sperimenta le diverse contraddizioni del Giappone. Tra esperti di giardino, monaci shugendo e shintoisti, la domanda sottesa a tutto è: qual è l’approccio al cambiamento climatico di un paese così legato alle proprie risorse naturali? Non esiste un unico modo di approcciare la questione. Almeno in Giappone. La poetica di Miyazaki risuona nel racconto intimo del narratore e in ciò che sperimenta quasi che l’artista abbia scavato nell'anima verde-nera del paese e profetizzatone il futuro. Il Giappone di Colantoni è lontano da quello patinato della Lonely Planet o dei travel blogger. È autentico, controverso, restio alle mescolanze ma curioso, intrappolato tra il futuro e la difficoltà di adattarsi al presente, al nuovo. Per approcciare il Sol Levante, come qualsiasi altro luogo, bisogna comprendere i legacci nascosti, l'evoluzione della società con cui si entra in contatto. Colantoni ci restituisce un ritratto intimo, giusto e severo del paese, così come dovrebbe essere ogni vero diario di viaggio.
Molto interessante questo testo che parla di aspetti poco noti del Giappone, nebulosi e in parte negativi. Come base è un resoconto di viaggio che riporta anche le discussioni che l'autore ha avuto con varie persone giapponesi e non e accompagnato, soprattutto nella prima parte che è anche la più interessante, da varie spiegazioni di usi e di fatti storici i cui effetti si ripercuotono sul presente. L'autore è un giornalista per cui lo stile è molto scorrevole e accessibile a chiunque. Si immerge in ciò che racconta ma è in grado di restarne distaccato. Molto carini il glossario e la bibliografia annotati. Il libro è grande (25 cm) e sottile, stampato su una carta molto bianca, con impaginazione asimmetrica. È bellissimo e farà felici gli appassionati del Giappone, ma visto che è soprattutto un volume da leggere, il formato inconsueto può renderlo scomodo; sarebbe giustificato se ci fossero moltissime immagini (da quel che ho capito erano presenti delle foto in una prima edizione). Il volume è cosparso di kanji; tuttavia non ne viene spiegato il significato (a parte alcuni) e la pronuncia, per cui o sono destinati a chi conosce bene la lingua oppure sono usati a mero scopo estetico (propendo per la seconda). Nel testo non viene usato il macron. L'autore parla di "consolidamento degli altari" scintoisti (tema scandaloso dal punto di vista ambientale) ma credo che "accorpamento dei santuari" renda meglio.
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