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Anno edizione: 2017
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Xenia: l'idea della libertà pura, tanto pura da non richiedere indumenti di sorta, da non dover essere menzionata oltre nel racconto, essa nasce e muore, il resto non conta. C'è o non c'è. Tutti possono ascoltarla, pochi la comprendono, altri la distorcono, credono di aver capito, ma alla fine la uccidono. Con la Grande Guerra cessa l’egemonia culturale occidentale. Musica, arti figurative, poesia, affiorano ancora per qualche decennio male interpretando il paradigma dello spunto rivoluzionario del 1917 avviliscono i fini per cui l'anelito di libertà era sorto. Tutto giustificato da una pretesa ricerca del nuovo che...non c'è. Fallisce così lo scopo della Rivoluzione d'ottobre. Tutto frantumato dallo schiacciasassi dell'obbedienza burocratica. Quello stesso mostro che è sfuggito al controllo dei tre cugini, nipoti di Victoria e che ha causato la fine dell'epoca d'oro europea. Xenia è sempre presente, ma invisibile; gli attori della dinamica avventura del popolo russo, sono vittime di un "sistema", scoprono di non aver realizzato ciò per cui hanno combattuto. E così Malachaj, fratello di Xenia, ovvero l'intellighenzia colta che crede di aver capito, finalmente capisce e non trova motivo di vita. Dedica tutto ciò che rimane di se stesso all'Amore. Unica cosa certa. L'esperienza giapponese aveva dato modo a Volodja di comprendere come passare dalla servitù della gleba al mondo moderno sia possibile e quindi gli ha dato modo di sperare in una evoluzione anche per la Sua Russia, malgrado la ripartizione sociale che persino i macachi avevano dimostrato. Volodja spera, anzi è la Speranza che alimenta la libertà. Una volta che Volodja muore, anche Xenia muore. Subito. La Libertà muore, senza Speranza. Malachaj e Xenia, fratelli di nobili origini, come la Libertà e il coraggio della Rivolta si spengono quando la Speranza muore. Ma la Rivolta in qualche modo rimane, sepolta nei villaggi sperduti; lì sopravvive nell'anima sciamanica non trovando spazio in questo mondo reale.
Romanzo potente, suggestivo, commovente. Il lirismo contrasta con la cruda realtà. Le sfumature, i dettagli, trasformano in immagini tridimensionali il dramma di donne e uomini lacerati dalla guerra e dalla fame che con rabbia e disperazione agiscono per il cambiamento. I personaggi sono memorabili e raccontano la storia ognuno dal proprio punto di vista. Xenia, donna colta e coraggiosa che rinuncia ai privilegi e si denuda per la libertà, utilizzando il nudo politico come un’arma di battaglia. Griska, lo sfigurato, l’inguardabile, il servo, il lupo, trova una ragione di vita e di riscatto nella lotta. Il romanzo è stupendamente ipnotico e lo si legge tutto d’un fiato.
Il libro RIVOLTA di Rino Tringale ha rappresentato per me l'apertura di una finestra sulla storia, dalla quale ho potuto osservare con raccapriccio cosa è stata realmente quella che è stata spacciata e imposta alla falsa storia come Rivoluzione bolscevica di Ottobre: un colpo di stato che segnò l'inizio di un periodo di brutalità e di terrore in tutta la Russia. Il libro mi ha sorpreso per la varietà e la ricchezza, sia nei contenuti che nella struttura, delle varie storie attraverso le quali il racconto fluisce, per il loro intersecarsi e per l'abilità dell'autore nel rendere il tutto funzionale a chiarire bene l'idea, al di là di ogni possibile fraintendimento, di un sistema di potere che si impose con il terrore, la violenza, la retorica e la propaganda e che si adoperò per distruggere valori sociali vitali. Ho letto con passione le varie vicende, per come l'autore è riuscito a renderle vive e realistiche, nonostante le difficoltà per i tanti nomi così insoliti. I richiami e i paragoni a sopresa al Regno delle due Sicilie mi hanno avvicinato ancora di più personaggi e storie e la stessa Russia, Madre Russia, inducendomi un vago e strano senso di malinconia e di rabbia.
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