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Anno edizione: 1997
Anno edizione: 2014
L’arte di Faulkner fu grandissima non solo in vasti e dilaganti romanzi come Luce d’agosto o Assalonne, Assalonne!, ma anche in certi racconti brevi e asciutti, di memorabile intensità. Storie di donne del profondo Sud, oscillanti fra la nostalgia, la follia e il noir – ritratti in cui è incisa la cifra di uno scrittore di prodigiosa potenza. Questo libro ne raduna tre, Una rosa per Emily, Miss Zilphia Gant e Adolescenza, assumendo come titolo quello del più celebre di essi, che per molti è diventato il simbolo della narrativa di Faulkner, ossessivamente legata all’evocazione di un mondo svanito, quale appare a uno sguardo solitario, celato dietro la scena: «Di tanto in tanto la vedevamo a una delle finestre del pianterreno – aveva evidentemente chiuso il piano superiore della casa –, simile al busto scolpito di un idolo in una nicchia, che ci guardava oppure non ci guardava, era impossibile dirlo. Così passò da una generazione all’altra, amabile, ineluttabile, impervia, tranquilla e perversa».
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Fu una falsa partenza con “Mentre morivo”: disorientata dalla prosa, dalla storia e dai personaggi, lo abbandonai con dispiacere. Oggi torno a Faulkner con circospezione, con una piccola raccolta di tre racconti ai quali sono grata perché so che mi stanno riportando a un autore che desideravo conoscere. Tre racconti non sono abbastanza per sentirsi a proprio agio con Faulkner, ma lo sono per sentirsi catturati proprio da ciò che nella dimensione più sviluppata di un romanzo potrebbe bloccare, come é accaduto a me. In effetti F. ci investe con un suo universo fatto di tensione psicologica e personaggi che esprimono l’ineluttabile, una realtà mimetizzata che troverà il modo di emergere e sconcertarci. E tra fascino e sconcerto mi sono arresa, stavolta, alla sua prosa particolarissima, che si definisce per sottrazione. Non è scarso di parole, ma usa le parole necessarie, quelle mirate a rendere vivi i contorni delle vicende e dei personaggi, a dare un ritmo all’azione che, anche quello, sa essere espressione di turbamento. In questi tre racconti, F. rappresenta il mondo di tre donne a loro modo diaboliche, che vivono in un sinistro isolamento dalla realtà, dentro un loro spazio mentale che sembra una scatola svuotata, rifugio della loro (lucida) follia. Regna, in questi tre scritti, il silenzio che precede scoperte sconvolgenti, mentre le cose avvengono, i disegni si compongono lentamente, ma come in un piano sequenza invisibile agli occhi del mondo. Gli spettatori osservano in una condizione di straniamento, teorizzano, attendono un segnale da queste donne che con la loro essenza stanno in un altrove da cui li sovrastano. Quello che lasciano vedere di se stesse è una sagoma cartonata, un’immagine rigida che a un certo momento brucerà e quella cenere segnerà per sempre il territorio in cui si è depositata
SI tratta di tre racconti scritti da Faulkner in epoche diverse, ma accomunati dalla centralità dei personaggi femminile, le tre protagoniste, ma anche le collaterali. "Una rosa per Emily" nell'ordine è il secondo racconto, il più noto dei tre, che da il titolo alla raccolta di Adelphi. Rara occasione per vedere come Faulkner si cimenta con la misura breve anziché col romanzo. Le vicende sono densissime di dolore e solitudine, accadono molte cose nei cuori di Emily e delle altre e poi se ne vedono gli effetti, spesso oltre il tempo limite o quando non resta che lottare con tutte le proprie forze contro la tirannia delle nostre stesse sofferenze.
Con lo stile aspro e snello che lo caratterizza, Faulkner scandaglia impietosamente l'universo femminile nel midwest ottocentesco, in tre racconti nei quali odio ed amore si intrecciano vorticosamente generando una lega indistruttibile di ossessione e solitudine. È quasi palpabile, tra le pagine di questo libro, l'oppressione e la settaria violenza di cui sono vittime le giovani Zilphia, Emily e Juliet, sfortunate eredi di famiglie ciniche e lacerate alle quali si ribelleranno disperatamente, per poi accettare, anzi stringere ancora di pù, le loro catene. Una lettura densa e seducente intrecciata magistralmente da uno dei più meravigliosi scrittori del novecento.
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