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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 1997
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Opera di grande efficacia narrativa, l'autore mostra uno stile brillante e mai noioso. La narrazione si dipana per centinaia di pagine in modo lineare, comprensibile e interessante, vengono narrate innummerevoli battaglie, ci si addentra a tratti anche in dettagli di mezzi tecnici ed ordini di battaglia. Altri pregi dell'opera sono la giusta comprensione da parte dell'autore degli snodi cruciali della guerra, l'opportuno rilievo assegnato alle campagne decisive (Francia 1940, Fronte orientale 1941-1945, Normandia 1944). Viene descritta anche accuratamente la campagna del Pacifico. Opera monumentale che risulta ancora la sintesi con il maggior numero di informazioni disponibile. Grande pecca di questo libro, a causa della prospettiva ideologica dell'autore, il preconcetto anticomunista e antisovietico di fondo, a volte fin troppo smaccatamente evidente. Eccessiva risulta anche l'adozione del punto di vista delle fonti tedesche mentre mancano all'autore la conoscenza approfondita delle fonti sovietiche (all'epoca non ancora disponibili). Nel complesso però una lettura appassionante e quasi indispensabile per una comprensione non superficiale dell'evento storico. Migliore delle opere anglosassoni di Liddel Hart, Gilbert o Keegan
Si tratta di un'opera molto difficile da valutare. Dal punto di vista della lettura, le pagine scorrono come torrenti in piena con momenti veramente esaltanti e appassionanti quali l'operazione Overlord (dettagliatissima e documentata ora per ora) o l'occupazione di Parigi. Ahimè dal punto di vista dell'obiettività e neutralità di narrazione le pecche sono vistosissime. Alcune posizioni scadono nella più blanda propaganda in perfetto stile guerra fredda alla Rocky 4 ("quel furfante di Stalin",offensive alleate in Italia fallite per colpa dei russi,e tanto altro) mentre lo sciovinismo francese a tratti arrogante e pesante fa dello sfondamento dela linea Gustav un merito dei "bistrattati" soldati francesi (con armi americane) di Juin come se avessero combattuto solo loro e gli angloamericani a guardare alla finestra. La Resistenza per l'Autore significa Francia mentre il resto della lotta in Europa viene condensato in 2 righe di testo. De Gaulle onnipresente. E come ciliegina sulla torta Mussolini ucciso quasi sadicamente dai comunisti e "la bestialità della folla a Piazzale Loreto" direi che è un'offesa generalizzata al popolo italiano: a quello che ha combattuto contro i tedeschi, alla folla che ha sofferto il martirio dei bombardamenti e a quei giovani mandati al fronte impreparati e male armati sffinchè il "martire" Mussolini potesse sedersi al tavolo della pace. A prescindere dalle opinioni politiche credo che l'obiettività di giudizio costituisca il sine qua non di ogni autore e non solamente la capacità stilistica, di cui il libro è pur sempre un ottimo esempio.
Opera monumentale che mi è stata utile per scendere abbastanza nel dettaglio della cronaca di quegli anni. C’è dovizia di particolari sugli aspetti militari (battaglie, strategie, mezzi a disposizione, etc.), parla ampiamente anche della la guerra nel Pacifico, a noi meno conosciuta; l’autore si entusiasma soprattutto sulle armi, le truppe e le strategie impiegate. Non mancano comunque anche notizie sulla situazione politica ed i rapporti tra i paesi in guerra, ma ho trovato discutibili alcune sue interpretazioni. Pur essendo a tratti obiettivo, il suo giudizio socio-politico è quindi da prendere molto con le molle, come lo sarebbe del resto per molti altri testi di vari orientamenti. Il suo anticomunismo viscerale è però, in qualche passo, quasi comico: arriva ad attribuire alcuni errori degli anglo-americani a complotti dei servizi segreti russi e presenta la cattura e l’esecuzione di Mussolini come una sorta di mascalzonata dei partigiani comunisti. E’ stato molto utile per l’approfondimento della cronaca generale.
Recensioni
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