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Anno edizione: 2015
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Volume che contiene alcuni dei libri più feroci di Zolla sull’Occidente, pubblicati a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, prima che il pensatore spingesse i suoi interessi, con forza e rigore, verso “altri” saperi. Se “Eclissi dell’intellettuale” (1959) e “Volgarità e dolore” (1962) oggi, a distanza di qualche tempo, permettono di addentrarci nella crisi culturale che negli ultimi decenni del Novecento si è poi terribilmente concretizzata, “Storia del fantasticare” (1964), nella sua atroce descrizione del mondo contemporaneo, pare scritto nel XXI secolo dove «la differenza tra fantasticheria e pensiero» sembra scomparsa, con il successo incondizionato della prima.
"Ci siamo allevati la serpe in seno", pare avesse esordito proprio così il Kaiser, commentando le opere "indecenti" di Richard Strauss (già beniamino di corte). Di qui il nome in codice: "Seine Majestät Hofbusenschlange". E chissà se nella memoria dell'intera società civile italiana dell'engagement pre-ideologico dei tardi anni Cinquanta (e primi anni Sessanta) riaffiorasse quel motto di spirito all'apparire dell'introduzione ai Mistici a firma Zolla? Chi - tra quei lettori attenti ma evidentemente vagamente miopi - avrebbe potuto sospettare che il più brillante tra i giovani critici "avrebbe voltato le spalle" [...] "cedendo all'irrazionale",secondo le espressioni che si rincorsero nelle redazioni delle migliori riviste culturali del tempo? Sicuramente sarà riecheggiato il titolo emblematico del noto saggio di Julien Benda ( La Trahison des Clercs, 1927), senza rendersi conto che i denunciatori incarnavano l'essenza stessa dell'accusa di Benda: la denuncia del tradimento perpetrato proprio da quegli intellettuali inginocchiati al Potere ideologico, più semplicemente compiacenti o inerti di fronte allo scorrazzare indisturbato delle camicie di volta in volta brune nere o rosse. Questo lo scenario incandescente in cui si situano gli scritti antesignani di critica sociale, oggi riuniti ne Il Serpente di Bronzo, a cura e con vibrante introduzione di Grazia Marchianò, filosofo e orientalista promotrice e curatrice, tra l'altro, con acribia e passione di conoscenza, della ripubblicazione e interpretazione dell'opera omnia di Zolla per i tipi della casa editrice Marsilio. E sono proprio i primi saggi apparsi in allora con i titoli: Eclissi dell'intellettuale, Volgarità e Dolore e Storia del fantasticare, che tanto clamore provocarono sulle terze pagine dei quotidiani e in libreria ma anche critiche; e polemiche e risposte piccate; per non dire del giubilo e delle entusiastiche adesioni delle penne più fini del tempo: Montale e Piovene. Da non perdere
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