L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
KRUGMAN, PAUL, Il silenzio dell'economia, Garzanti, 1991
BLINDER, ALAN S., La testa e il cuore. Un economista disegna la società giusta, Il Sole 24 Ore, 1990
scheda di Bellofiore, R., L'Indice 1992, n. 2
Molte cose accomunano questi due libri. Gli autori sono tra i più accreditati esponenti della nuova generazione di economisti 'lato sensu' keynesiani made in Usa e hanno l'autorevole placet di Paul Samuelson, il quale firma una breve introduzione a Krugman e un plaudente giudizio sulla quarta di copertina a Blinder. Condividono una marcata antipatia verso la qualità un po' cialtronesca (l'aggettivo è di Blinder) dei discorsi pubblici sulla politica economica che hanno preso piede negli anni ottanta, tra monetarismo, economia dell'offerta, aspettative razionali. Hanno la dote di saper scrivere per il largo pubblico sui mali della propria economia, sugli scenari venturi, sulle politiche più opportune. Per ultimo ma non da ultimo, sono fautori di un pallido riformismo: che però dalle nostre parti - più per Krugman, a dire il vero, che per Blinder - apparirebbe in qualche caso un po' estremista. I temi trattati sono ovviamente quasi sempre gli stessi: la disoccupazione, l'inflazione, il pericolo giapponese, il protezionismo. Blinder è più interessato agli 'agenda' della politica economica; Krugman, ad una analisi della situazione e alle sue conseguenze più probabili. La ricetta di Blinder, non molto originale, è libero scambio più politica dei redditi con "carote e bastoni fiscali". Il discorso di Krugman è più provocatorio, perché non si limita a sottolineare i costi relativamente minori dell'inflazione rispetto alla disinflazione, ma mostra anche come un limitato protezionismo non sia causa di depressione, o come le perdite di una drastica remissione del credito all'America latina siano minime (e comunque minori di quelle legate allo scandalo delle Casse di risparmio).
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore