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Bellissimo, mi è piaciuto tantissimo Concordo con i precedenti commenti che parlano di una prima parte piuttosto lenta, ma forse necessaria per avvicinarci ai personaggi. Passate le prima pagine, il libro cambia e se ne viene risucchiati... C'è tutto in questo romanzo...poesia a ogni pagina Mi è piaciuta tantissimo la storia di Nikolaj e Sonja. Un libro che non vorresti finisse mai... Passione, amore, forza, coraggio...e nonostante la drammaticità...pieno di VITA
MAGNIFICO! Questa sinfonia, io non la conoscevo, ma nelle pagine della Quigley, che molto elegantemente ritrae il brutale assedio di Leningrado, mi è sembrato di sentirla, movimento per movimento. L'arte che salva, l'arte che dà coraggio contro il male. La passione e la cocciutaggine di chi è nato per certi "mestieri" e non potrà mai fare altro nella vita. Il potere della musica che vince sulla morte e sulla barbarie. Questo romanzo storico e artistico è un vero gioiello, capace di far avvicinare alla musica classica anche la persona più inesperta. Sostakovich compositore diventato leggenda; Eliasberg, direttore d'orchestra ritenuto senza cuore, fa vibrare quella 7a coraggiosa sinfonia, scritta sotto i sibili delle granate tedesche, e mostra così al mondo intero che anche in lui batte un cuore d'artista.
A volte capita di avere nella mente un'idea ben precisa di un romanzo, più che altro un paradigma di come noi, lettori a volte troppo esigenti, vorremmo che fosse. Affascinati dal tema, dal periodo storico, dall'idea stessa della storia, ne costruiamo una versione iperuranica e personale che raramente, diciamo anche mai, coincide con quella che poi ci ritroviamo a leggere. Ed è giusto che sia così, ognuno scrive su carta (o nella propria mente) il romanzo che sente di dover scrivere. Però con Sinfonia Leningrado resta proprio il sapore dell'amaro in bocca: un momento storico così importante, uno scenario potente e tragico come quello della Leningrado nella morsa dell'assedio nazista, e la sensazione che fra le pietre della città maciullata dalle bombe e fra le sedie vuote del conservatorio abbandonato, potessero esserci ancora molte altre storie da raccontare e altri sentimenti da esplorare, più in profondità, cosa che Sarah Quigley sembra avere il coraggio di fare solo in brevi momenti.
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