L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +10 punti
Promo attive (0)
Primo Levi pubblica in Italia nel 1975, ma la mia edizione è del 2008, questa raccolta di storie, in somma parte autobiografiche, legate assieme da alcuni elementi chimici che creano un file rouge narrativo per niente scontato e a tratti affascinante. Primo Levi cerca e trova, fin dagli inizi degli studi di chimica, un qualcosa che avesse un significato sempre, nel lavoro come nella vita. Non una facile ricerca, quella di conoscere e carpire gli schemi che si celano dietro gli elementi, ma una volta svelati, c'era la certezza che quel tale elemento avrebbe sempre reagito nella stessa maniera. Molto bella l'intervista di Philip Roth del1986 in appendice.
Conoscevo già ''Se questo è un uomo'' e ''La tregua''. ''Il sistema periodico'' è stato una piacevolissima scoperta per me, che apprezzo moltissimo lo stile asciutto e diretto di Primo Levi.Ho scoperto con emozione di aver guardato dalle stesse finestre, quando ero studente, da cui Levi vedeva il parco del Valentino. Geniale l'idea di ripercorrere la sua vita, prima e dopo l'olocausto, attraverso 21 elementi chimici, ognuno dei quali è in qualche modo legato a un periodo della sua vita, piacevole o meno. Lo si può leggere come una biografia, nella sua intierezza o come appunto l'insieme di 21 capitoli separati, ma uniti dallo stesso filo logico. Per chi come me é piemontese e ama la chimica, è una lettura sempre piacevole e mai stanca, ma questo può essere valido per tutti. Piccolo grande Capolavoro, lo consiglio a tutti!!!!
Primo Levi è stato prigioniero ad Auschwitz e il ricordo permea tutto il libro (anche negli episodi precedenti a questa orribile esperienza) e forse fu la causa del suo suicidio. Certamente era un uomo disperato colui che fu spinto ad affermare in un'intervista "c'è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo." Nell'episodio denominato "Vanadio" l'Autore fa i conti con il passato, avendo casualmente ritrovato un chimico tedesco del suo periodo di prigionia, mentre in quello del "Ferro" rievoca il suo amico Sandro che gli aveva instillato l'amore per la montagna e che sarà ucciso durante la lotta partigiana. Ma tutti i capitoli del libro sono degni di menzione: una lettura doverosa per non dimenticare.
Recensioni
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore