Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Stripe PDP Film
Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli - DVD
Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli - DVD - 2
Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli - DVD
Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli - DVD - 2
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 17 liste dei desideri
Speriamo che sia femmina
Disponibile in 1 giorni lavorativi
6,49 €
6,49 €
Disp. in 1 gg lavorativi
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
MASSIVE MUSIC STORE
6,49 € + 7,99 € Spedizione
disponibile in 1 giorni lavorativi disponibile in 1 giorni lavorativi
Info
Usato Usato - Come Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
MASSIVE MUSIC STORE
6,49 € + 7,99 € Spedizione
disponibile in 1 giorni lavorativi disponibile in 1 giorni lavorativi
Info
Usato Usato - Come Nuovo
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli - DVD
Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli - DVD - 2
Chiudi

Promo attive (0)

Descrizione


In una casa di campagna vive una donna separata insieme ai parenti più stretti. Il ritorno dell'ex marito provoca lo scompiglio e l'apparente tranquillità del nucleo familiare sembra crollare.
Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Premi

    1986 - David di Donatello - Miglior attrice non protagonista - Cenci Athina
    1986 - David di Donatello - Miglior attore non protagonista - Blier Bernard

Informazioni aggiuntive

Mustang Entertainment, 2014
Videodelta
114 min
Italiano (Dolby Digital 1.0 - mono)
1,66:1 Wide Screen

Valutazioni e recensioni

3/5
Recensioni: 3/5
(1)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(0)
3
(1)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Patrizia
Recensioni: 3/5

Film decisamente minore, dove sembra non essere stato speso troppo in termini di budget, con un cast audace che va dalla grande Liv Ullman, a Stefania Sandrelli, da Catherine Deneuve ad una giovanissima Lante della Rovere. La storia però funziona alla grande, ruotando attorno alle vicende di una eterogenea popolazionel femminile alle prese con la vita di tutti i giorni in un casale toscano, con una tenuta gravata da debiti ed ipoteche, un anziano zio smarrito nelle sue visioni, una domestica, due figlie molto diverse per carattere e aspirazioni, una zia attrice di successo che ha "parcheggiato" la figliola presso la sorella in toscana e, dulcis in fundo, un padrone di casa inconcludente e poco affidabile che pretende di finanziare con gli inesistenti proventi della tenuta una sua folle impresa economica. Sembra un film dalla parte delle donne, ma guardandolo con attenzione, non risparmia di sottolineare anche e soprattutto le incongruenze del mondo femminile, la fragilità delle protagoniste e la loro buona dose di incoscienza nell'affrontare i casi della vita. Delizioso finale consolatorio per una pellicola di piacevole intrattenimento.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

3/5
Recensioni: 3/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(0)
3
(1)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Conosci l'autore

Mario Monicelli

1915, Viareggio, Lucca

Regista italiano. Dopo aver realizzato nel 1935, con il cugino Alberto Mondadori, un mediometraggio (I ragazzi della via Paal) ed essere stato aiuto-regista e sceneggiatore, affronta la regia nel 1949, dirigendo con Steno otto film di prevalente intonazione comica e con un eccellente Totò (tra cui Vita da cani, 1950, e Guardie e ladri, 1951). Dal 1954 lavora da solo (Proibito, melodramma sociale da un romanzo di G. Deledda), alternando film drammatici a film comici, quasi sempre legati a temi di critica sociale. Dopo Totò e Carolina (1955), dirige la coppia A. Sordi-F. Valeri nel satirico Un eroe dei nostri tempi (1955), lancia E. Martinelli nella commedia rosa Donatella (1956) e anticipa la commedia all'italiana, rivelando le doti comiche di V. Gassman con I soliti ignoti (1958). Leone d'oro...

Liv Ullmann

1939, Tokyo

Propr. L. Johanne U., attrice e regista norvegese. Già celebre attrice del Teatro nazionale di Oslo, debutta nel cinema norvegese nel 1957 in regie di modesto valore. Conosciuto I. Bergman, ne diviene interprete di punta nonché compagna per cinque anni. L’intensità espressiva nel muto ermetismo di Persona (1966) apre le porte a una serie di ruoli tormentati: tra visioni demoniache (L’ora del lupo, 1967), fantasmi della guerra (La vergogna, 1968) e inferno del quotidiano (Passione, 1969). Interrotto il sodalizio con Bergman è protagonista della fortunata saga in costume di J. Troell (Karl e Kristina e La nuova terra, 1971), e ritrova il regista a Hollywood (Una donna chiamata moglie, 1974) dopo avervi esordito debolmente (La signora a 40 carati, 1973, di M. Katselas). Tornata nell’alveo di...

Catherine Deneuve

1943, Parigi

"Nome d'arte di C. Fabienne Dorléac, attrice francese. Ha solo quattordici anni quando fa un’apparizione sullo schermo in La collégienne (1957) di A. Hunebelle. È presente in altri film di scarsa importanza fino a quando il regista R. Vadim, allora suo compagno, le affida una parte in Il vizio e la virtù (1963). Viso angelicato e corpo sinuoso, si trova così calata nelle vesti di una fanciulla illibata rinchiusa in un bordello nazista e schiavizzata dalle ss. Il film, che vorrebbe ispirarsi al marchese De Sade, risulta alquanto rarefatto, ma l’attrice si destreggia meglio che può nel giocare sul contrasto tra un’apparente innocenza e il fondo di viziosa sensualità del suo personaggio di adolescente costretta al sacrificio. Ottiene il primo ruolo di protagonista in Les parapluies de Cherbourg...

Stefania Sandrelli

1946, Viareggio, Lucca

"Attrice italiana. La sua bellezza acerba e provocante, notata a un concorso di miss che vince a soli quindici anni, le fa ottenere un piccolo ruolo in Il federale (1961) di L. Salce. Ma il suo pigmalione al cinema è P. Germi che, prima con la seduttrice fintamente ingenua di Divorzio all'italiana (1961), poi con la giovinetta costretta alle nozze riparatrici da un padre-padrone nella Sicilia arcaica e spietata di Sedotta e abbandonata (1964), ne sfrutta appieno la spontaneità perturbante, adattissima anche alla ragazza senza qualità alla vana ricerca del successo in Io la conoscevo bene (1965) di A. Pietrangeli. Con i lineamenti moderni eppure tradizionali, la languida fisicità esibita a mo' di ironico sfottò, il broncio infantile pronto a cedere il passo a un sorriso disarmante, S. sa farsi...

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore