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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Come mai la corruzione ha così lunga vita nella storia del nostro paese? Come mai resiste ad ogni epoca e ad ogni regime politico? Come mai in questo campo non si riesce a trovare niente di veramente dissuasivo, niente che provi ad estirparla nel costume, nel comportamento, nell’atteggiamento degli attori coinvolti?
Come mai questo tratto di continuità nella storia d’Italia, questo elemento costante, capillare, quasi costitutivo del funzionamento delle istituzioni nel nostro paese, non si riesce ad interromperlo? Perché ciò che è accaduto nel passato continua ad accadere oggi? A queste domande, ricostruendo alcuni dei principali scandali dal 1861 ad oggi, provano a rispondere gli autori di Storia dell’Italia corrotta partendo dal presupposto che non c’è altro comportamento criminale che scardina di più la percezione dello Stato e ne distrugge credenza e legittimazione, al punto da definirlo “reato di corrosione e di fragilità di Stato”, perché commesso da rappresentanti dello Stato su funzioni e compiti dello Stato. La corruzione per gli autori “ha assunto nel corso della storia italiana essenzialmente il volto delle istituzioni”, non è dunque un problema della morale singola del cittadino ma della concezione dello Stato di una parte delle classi dirigenti del paese, che hanno reso l’abuso e la profittabilità del loro potere un fatto consuetudinario e diffuso, una normale modalità di esercitare la funzione politica, burocratica e imprenditoriale. Si potrebbe quasi parlare di “banalità” della corruzione in Italia.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Dalla banalità del male alla banalità della corruzione. Gli autori spiegano come la corruzione sia un “reato di corrosione e di fragilità di Stato”, che “ha assunto nel corso della storia italiana essenzialmente il volto delle istituzioni”. Siamo di fronte ad una perversa concezione dello Stato di parte delle classi dirigenti del paese, che ha consentito l'affermarsi di una cultura della illegalità, nella quale le organizzazioni mafiose trovano validi interlocutori. Nel libro si ricostruiscono le origini storiche del fenomeno nel processo dell'Unità d'Italia, nata per annessione da parte del Regno sabaudo. L'Italia fu fatta, per strappi e forzature dettate dalla storia risorgimentale. Restano da fare gli italiani.
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