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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Mi ha fatto passare un’oretta di spensieratezza e mi ha divertita nonostante il fondo di amarezza.
Penso che questo libro debba essere fatto leggere ai ragazzi delle superiori come lettura estiva insieme ai grandi classici. Un libro fatto di pensieri, unici, che ti coinvolgono e che ti permettono di passare qualche ora in grande serenità!!! Caro Diego sei sempre una grande sicurezza!!!!
Una raccolta di frasi assolutamente superflua, in alcuni punti divertente ma non abbastanza da giustificare la lettura. Insomma, un libro di cui non avevamo bisogno.
Recensioni
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Lo confesso. Da quando mi sono imbattuto nell’avvocato Malinconico ed in Terapia di coppia per amanti, Diego De Silva gode della mia fiducia quasi incondizionata. Quindi, a pochi giorni dall’uscita, ritengo obbligatorio tuffarmi, alla cieca -come sempre-, in Superficie (“tuffarmi in superficie” potrebbe entrare di diritto in questo libro…).
Cambio di registro. Se vi aspettate spassose storie di amori e fallimenti, resettate tutto e preparatevi alla fiera del nonsense.
Perché di questo si tratta. Forse Superficie non può nemmeno essere definito “libro”. Assomiglia di più ad un breviario di esilaranti, irresistibili minchiate. Un’accozzaglia di frasi fatte, luoghi comuni, geniali banalità montate ad arte per provocare un cortocircuito mentale. Acume e stupidità centrifugati. La sbalorditiva fiera dell’ovvio.
Ci va qualche pagina per entrare nel meccanismo. Poi però si rischia di non uscirne… Per dare un’idea: provate ad immaginare una conversazione tra Bergonzoni, Queneau e Benni (aggiungerei anche Capossela a fare da sottofondo). E, tra loro, una bottiglia di whisky già mezza vuota, naturalmente… Ecco, la sensazione è quella di una chiacchierata poco lucida tra persone lucidamente capaci di far perdere lucidità ai propri discorsi. Chiaro, no?
Una cinquantina di pagine di “Ho un socio al 50 per cento, si chiama Stato.” – “Almirante andò al funerale di Berlinguer: avrei preferito il contrario però ho apprezzato il gesto.” – “Il gioco preferito dal bambino è quello che s’inventa con la PlayStation che trova in casa.” – “Quando all’altoparlante della stazione dicono «Il treno è in ritardo per un guasto temporaneo», credono che il viaggiatore pensi «Che culo che non è definitivo»?” …e così via.
Ci sta tutto. Un esercizio di stile azzeccato. Basta che poi, però, torni anche Malinconico, eh…
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