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Teresa degli oracoli - Arianna Cecconi - copertina
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Teresa degli oracoli

Descrizione


Le cose invisibili e i segreti non perdonano mai la distrazione e la fretta.

"Ci portiamo dietro il passato come le balene che nel grasso della pancia conservano le ossa di quando camminavano. Mentre nuotano, enormi balene, i pesci le guardano e non sospetterebbero mai che quei grandi animali al loro fianco prima respiravano aria e camminavano sulla terra. Forse neanche le balene lo ricordano, ma lo sanno dentro. Lo sa il loro corpo e quel segreto lo custodiscono nella pancia, sedimentato nel grasso di quella nuova vita. Anche Teresa si portava addosso i suoi segreti come le balene"

Teresa custodisce da sempre un segreto di cui è ormai l'unica depositaria. È vecchia, ostinata, e quando intuisce che la sua mente e la sua memoria si sono fatte labili, decide di non mettere a repentaglio ciò che ha tenuto nascosto per una vita intera. Così una sera si sdraia nel letto e non si alza più: per dieci anni, "zitta e immobile, fissava quello che gli altri chiamavano vuoto e che lei aveva imparato a interpretare". La sua famiglia però, ostinata, porta il letto al centro del salotto e dell'esuberante vita della casa, che è tutta al femminile: oltre a Teresa, ci sono le figlie, Irene e Flora, la cugina Rusì, la badante peruviana Pilar e Nina, la nipote. È lei a raccontare la loro storia, che inizia nel momento in cui la nonna si sta spegnendo e le cinque donne le si stringono intorno per vegliarla. Prima di andarsene, Teresa regala loro quattro oracoli - uno portato dal vento (come quello che indicò a Ulisse la via del ritorno), uno scritto sulla sua pelle (come la tradizione tramanda sia avvenuto a Epimenide), uno fatto di nebbia e di poesia (come al cospetto della Pizia di Delfi), uno che diventa fulmine (secondo la tradizione della Sibilla Eritrea)... Sono oracoli che sciolgono il nodo che blocca le loro esistenze, liberandole dalle paure, dal senso di colpa, dal passato, dall'incapacità di affacciarsi sul proprio futuro. E, liberando le loro esistenze, Teresa libera finalmente se stessa.
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Dettagli

2020
9 gennaio 2020
208 p., Brossura
9788807033773

Valutazioni e recensioni

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kia90
Recensioni: 5/5
partito senza aspettative, è diventato uno dei miei libri preferiti

ho comprato questo libro per caso, se così si può dire, e oltre alla sorpresa nel conoscere questa (per me) nuova autrice che adesso adoro, ho scoperto un libro stupendo! Un libro che parla di quotidianità, di piccole cose da tutti i giorni, dell'amore che tiene insieme una famiglia (seppur di sole donne, d'altronde si sa: famiglia è femminile perché finisce con la A ;) ...) e di scelte coraggiose, di emancipazione personale, coraggio e un pizzico di magia che nella vita non fa mai male! ASSOLUTAMENTE da leggere.

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Giulia8
Recensioni: 3/5

Storia di donne unite tra loro, che condividono momenti belli, errori e segreti al capezzale di nonna Teresa.

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Liberandoci
Recensioni: 5/5
Un libro che apre prospettive inedite

Una casa è IL luogo della famiglia, in cui suoni, vita, ricordi si incastrano e si mescolano nell'aria. La storia di "Teresa degli oracoli", primo romanzo dell'antropologa Arianna Cecconi, è la storia di una casa vissuta da tre generazioni di donne, dove gli uomini hanno ruoli marginali e non entrano tra le mura domestiche. Teresa è in fin di vita e la sua famiglia le si raccoglie attorno: le figlie Irene e Flora, la cugina Rusì, la badante Pilar e la nipote Nina si ritrovano a pensare, a rivivere ricordi, a condividere sentimenti e storie mai condivise. Teresa è ferma lì, come una matrona, che ascolta, accoglie, sollecita con la sua immobilità e il suo silenzio. Un romanzo che interroga il lettore sulla vita, che scava nei sentimenti più profondi, aprendo prospettive inedite.

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Recensioni

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Voce della critica

Con “Teresa degli oracoli” la debuttante Arianna Cecconi dimostra di avere ha una pura capacità persuasiva dei sentimenti e una scrittura che toglie il fiato. Una storia al femminile che è un forte antidoto alla disillusione e un’esortazione a desiderare

Nella casa del fico si sono riunite tutte le donne della sua famiglia. Nonna Teresa sta trascorrendo gli ultimi istanti che la dividono dall’ignoto, intorno al suo letto si sono raccolte Nina, sua nipote, Irene e Flora le figlie, Rusì, una cugina con cui vive da anni e Pilar, la signora peruviana che la accudisce; insieme a loro Remigio, un gatto che sente tutti gli umori e i respiri che la casa conserva. «La casa del fico era al completo, lì non c’erano uomini né ce n’erano mai stati”. Teresa da dieci anni vive nel profondo silenzio, non comunica con il resto del mondo, o meglio, se lo fa, lo fa a modo suo».

«Teresa custodiva un segreto che portava sempre con sé. Ci sono i tesori di famiglia che passano di mano conservando luccicori e speranze, ci sono gli scheletri di famiglia che stanno nascosti negli armadi, ci sono gli odori di famiglia, i primi a essere riconosciti e gli ultimi che si scordano e poi ci sono i segreti di famiglia. A volte tutti li conoscono. A volte è uno soltanto che li custodisce dentro la bocca». Ma quando Teresa capisce che è proprio con la vecchiaia che i segreti possono sfuggire dalle nostre mani, aveva deciso di smettere di parlare. Intorno al letto, le sue donne, si aggirano inquiete. Teresa degli oracoli (208 pagine, 16 euro), è il titolo di questo libro edito da Feltrinelli, più che dare responsi a dei quesiti, come si voleva in passato, lascia che ognuna di loro si sieda sul bordo del suo letto e semplicemente, attraverso il suo silenzio, racconti la propria storia: «Prima che tu diventassi un oracolo, nessuno aveva insegnato alle donne della mia famiglia come scegliere, così aveva trovato da sole il modo per farlo», scegliere di rimuovere parti del proprio passato, di conviverci, far diventare i ricordi dei segreti, perché «i segreti non detti galleggiano in aria, sospesi tra le cose». Sarà una lunga veglia, la casa del fico lascerà che ogni donna ritrovi la strada della pace, quella che sta negli addii, negli abbandoni, nelle porte che dovremmo chiudere e nei nodi che finalmente potremo sciogliere. Arianna Cecconi è straordinaria in questo. Ha una pura capacità persuasiva dei sentimenti. La sua scrittura toglie il fiato. Una scrittura che tocca corde interiori che mettono al tappeto e non ti lasciano il tempo di cercare scuse, il tuo nodo è lì e sta a te decidere cosa farne.

Lo stesso letto di Teresa è una sorta di altare, intorno a lei amuleti e porta fortuna: «Pilar fu la prima ad appendere una conchiglia alle sbarre in metallo, dietro la testa di Teresa. Una grande conchiglia bianca e marrone con striature rosa, che veniva dalla foresta di Puerto Maldonado, nell’Amazzonia peruviana», un baco da seta, un cordino rosso, oggetti simbolo del passato e del presente di Teresa.

Nel breve tempo che Arianna Cecconi attraversa, raccontando pezzi della storia di questa famiglia, il tempo stesso sembra dilatarsi, concedendoci di entrare a piccoli passi nel silenzio di questa casa, nel frastuono dei ricordi che si spezzano e che chiedono il proprio posto nella memoria. «In quechua si dice che il passato è davanti perchè lo puoi vedere. È il futuro che sta dietro, nascosto dietro le spalle».

Ci sono segreti, ma ci sono anche tanti sogni che popolano la mente di queste donne, come quelli che Irene sente e che dettano le sue fotografie; ci sono i sospiri di Rusì che desidera rivedere la sua Roma, per lei lontanissima: «Nel dire Roma, al voce di Rusì si era scaldata. Si vedeva già camminare nelle strade del suo quartiere, Ponte Milvio. Davanti alla palazzina in cui era nata, al terzo piano. Il cielo di Roma e quella luce, che non aveva più ritrovato al nord. Doveva risalire su quel tram, che un giorno aveva perso, che gli aveva salvato la vita»; Nina e Flora che sentono le vibrazioni dentro ai sogni e Pilar che sente quella vocina che l’ha spinta lontana dal suo paese, dai suoi figli, ma che attende il giorno del ritorno. C’è un’anima forte che Arianna Cecconi condivide, che mescola con le tradizioni di altri popoli: usa ogni singola parola sicura del suo potere curativo.

Sogni, desideri, segreti e sensi di colpa: è attraverso di esso che ognuna di loro ha imbastito la propria vita, ha cancellato i propri desideri, ha interrotto sogni bellissimi. Che cos’è il senso di colpa? Lo ha chiesto Pilar un giorno, dicendo che in Perù non esiste, ma alla fine, quando avranno i piedi ben saldi a terra, ognuna di loro saprà dare la propria definizione, sedute sul bordo del letto di Teresa: «Il senso di colpa è quando ti senti responsabile della tristezza di un altro. Quando senti che una persona che ami è infelice, e se sta male è anche per colpa tua. Un doppio nodo che tiene allacciate due persone; […] È quando sai di aver scelto per qualcun altro, avrei risposto io. Quando ti senti sbagliata, egoista, incapace di stare dritta sulle tue gambe, e allora ti fabbrichi tu stessa, giorno dopo giorno, la tua punizione e la tua infelicità. Il senso di colpa ti abita, e si trasmette di generazione in generazione – le nonne, le madri, le nipoti». Teresa degli oracoli di Arianna Cecconi è un forte antidoto alla disillusione, è un’esortazione a desiderare, ancora, a sognare ad occhi aperti, è un analgesico per la distrazione, è una brusca spinta alla malinconia, a patto che alla fine di tutto si faccia pace con noi stessi.

Recensione di Paola Zoppi

 

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Conosci l'autore

Arianna Cecconi

Arianna Cecconi è antropologa, vive e svolge la professione tra Marsiglia e l’Italia. Ricercatrice affiliata all’École des hautes Études en sciences sociales, insegna Antropologia delle religioni all’Università Milano Bicocca. La violenza politica, le pratiche magico-religiose, i sogni e il sonno sono i principali oggetti di ricerca di una lunga esperienza etnografi ca cominciata sulla montagna pistoiese, continuata sulle Ande peruviane, in Spagna e attualmente nella periferia di Marsiglia. Accanto al percorso universitario, svolge attività di formazione in contesti non accademici, lavora con radio, compagnie di teatro, scuole e centri socio-sanitari. Dal 2010 collabora con l’artista visuale Tuia Cherici nel progetto Oniroscope e con...

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