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Anno edizione: 2001
Anno edizione: 2012
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E' un capolavoro! E' un gran bel CD tutto da ascoltare!
Frivola, provocante e provocatoria, vuota dalla voce insulsa, capace solo di simulare orgasmi in diretta e interpretare filmetti anni ottanta con feste darkettone e citazioni autocelebrative, Madonna cerca la soluzione a tutto questo in uno dei tagli di capelli più sconvolgenti della sua carriera
Per chi è cresciuto negli indimenticabili anni Ottanta l’ascolto di questo album, che consacrò Madonna superstar, nonché vera e propria icona, a livello planetario, rappresenta uno straordinario tuffo nel passato. Al di là dei record infranti, sia in termini di classifiche che di vendite, “True Blue” dimostra come una sconfinata ed ‘imperiale’ ambizione ed un innato talento per la ‘provocazione’ possano coesistere con un indomabile desiderio di sperimentazione e crescita dal punto di vista artistico. La quasi totalità dei singoli estratti dal disco è entrata a far parte della storia della musica pop. L’emozionante ballad “Live to Tell” svela la sorprendente dimensione introspettiva di una ‘material girl’ estremamente credibile anche nella controversa (e non meno ‘iconica’) “Papa Don’t Preach”, introdotta da un memorabile prologo di archi. Se la martellante “Open Your Heart” può essere considerata un fulgido esempio di chirurgica costruzione di un successo radiofonico di qualità, la pionieristica “La Isla Bonita”, vero e proprio ‘tormentone’ dell’estate 1987, ha precorso il dilagante successo del latin pop di fine XX secolo. Perfettamente in linea con lo spirito del tempo è poi lo sguardo nostalgico con il quale ci si proietta consapevolmente nei decenni precedenti, sia con robuste citazioni cinematografiche (“White Heat”) sia rileggendo stili distintivi di un’epoca – come nella gradevolmente sdolcinata ‘title track’, che rende omaggio alla tradizione dei gruppi femminili della Motown, e nel conclusivo inno per la pace e l’amore universali “Love Makes the World Go Round”, che fonde elementi della musica di protesta degli anni Sessanta con ritmi e sonorità del sud del mondo. Perfino la traccia più spensierata e ‘festaiola’ (“Where’s the Party”) tradisce una certa maturità di fondo, evocando la necessità di evadere dalla routine, così da non lasciarsi schiacciare dal sistema e travolgere dalla caducità dell’esistenza.
Recensioni
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