Tutti i racconti
Flannery O'Connor
- EAN: 9788845262753
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Recensioni dei clienti
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Bella la struttura di questi racconti 'a staffetta'. Non sono proprio tutti a sé stanti; alcuni sono come lo spin-off uno dell'altro. Più facili da seguire, perciò, perché la mia difficoltà nei racconti che, seppur brevi ti costringono ogni poche pagine ad un reset di luoghi e personaggi che cambiano, sta proprio nella loro frammentazione e discontinuità. Qui invece mantengono un collegamento, un leitmotiv, patterns ricorrenti che restituiscono lo stesso mood aiutando nella fidelizzazione; in pratica, si passano il testimone l'un l'altro, si richiamano tenendo bene l'interesse, fra concetti quali "arte fonetica" e descrizione del processo creativo. Mi è venuta voglia che da ogni raccontino avesse sviluppato un romanzotto più corposo su questa umanità realistica e perversamente distorta soprattutto nei rapporti strettamente famigliari, in cui il sublime e il demoniaco si esplicitano e confliggono catastroficamente; un'umanità spesso pervicacemente soccorevole, compassionevole e, allo stesso tempo, inesorabilmente letale. Niente da dire: la signora Flannery aveva un eccezionale talento nel capovolgimento e nello stravolgimento dell'ovvio, nella rottura violenta dei canoni morali e sovvertimenti comportamentali. Graziata ['gifted' renderebbe di più], da un linguaggio fenomenale, in particolare nelle descrizioni fisiche, scolpisce fulminea e impietosa a colpi di sgorbia visi, corpi ed espressioni da lasciare divertiti e meravigliati: lei non scriveva proprio come una donna: "Era una ragazza alta, giallo chiaro, con la bocca come una grossa rosa rossa scurita e avvizzita. Aveva i capelli raccolti in cima alla testa a strati sovrapposti che prendevano da una parte, come la torre di Pisa." "Un agglomerato di edifici, appena visibile, sorgeva sulla collina alla loro destra come uno sfogo di foruncoli." Da una NON appassionata di racconti e di scrittrici, una lettura consigliata.
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Un insieme di capolavori, uno dopo l'altro. Non per niente parliamo di una donna!
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Al di là della presenza di componenti cattolico-penitenziali tipiche delle aree culturali del Sud degli USA, la sensazione che si ricava dalla lettura dei racconti della O'Connor è che sia riuscita meglio dei suoi contemporanei a trattare la cattiveria umana senza filtri né attenuanti. Alcune trame sono estremamente crude, tanto che oggi sarebbero considerate politicamente scorrette. Un ragazzino povero cerca un riscatto sociale minimo esibendo un tacchino selvatico trovato nei boschi, finché non incontra un branco di ragazzini che glielo sottraggono e lo minacciano senza scrupoli. Una ragazza insicura si porta il nonno centenario alla cerimonia di consegna dei diplomi per mostrarlo come se fosse un trofeo, e nemmeno si accorge che lui è morto nella carrozzella. Uno storpio furbo e cialtrone manipola una donna con una figlia handicappata in una fattoria dimenticata da Dio per estorcere alla donna un'automobile e dei soldi e poi abbandonare la ragazza in un diner. Nessuno di questi episodi è trattato con moralismo, non vengono impartite lezioni se non quella che ricorda all'essere umano le sue possibili bassezze. Negli anni '50, in pieno maccartismo e trionfo del modello borghese di vita urbana celebrato anche dal cinema, questa era una posizione decisamente scomoda.
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Racconti caotici, noiosi ed inconcludenti. Stile misero. Lo sconsiglio.
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Letto molti anni fa e mai dimenticato, ha il mirabile fascino fluido dei grandi fiumi americani.Peccato non sia ormai difficile trovarlo.
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Ennesimo caso di un genio letterario sconosciuto ai più, forse in virtù dei tipici e gretti pregiudizi che avvolgono gli scrittori cattolici (vedi Chesterton, altro chiaro esempio); anni prima che Scorsese portasse sullo schermo profonde tematiche legate alla fede e al peccato in quelle che sono rimaste pietre miliari della cinematografica, la O'Connor lo faceva in brevi, essenziali eppur stilisticamente sublimi racconti. Cifra peculiare un processo di inesorabile epifania di un Mistero che culmine al termine della narrazione, e che mi ha ricordato molto i racconti della produzione senile di Kipling (probabilmente i migliori).
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Mi stupisce il basso numero di recensioni a questo libro incredibile. Forse il suo essere stata cattolica fervente e i temi trattati, sempre in bilico tra fede e peccato, hanno giocato un brutto scherzo alla O'Connor, che a detta di molti non fu seconda a Hemingway e Faulkner, suoi contemporanei, quanto a valore letterario. Ognuno di questi racconti è un pugno allo stomaco, una stretta al cuore che non lascia indifferenti. Il mistero dell'animo umano viene svelato in capolavori come "La schiena di Parker" e "La vita che salvi può essere la tua". Da leggere assolutamente.
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Ho incontrato Flannery O'Connor solo di recente e mi domando come abbia potuto ignorarne l'opera per così tanto tempo. Questa carrellata di personaggi in bilico tra la dimensione bucolica dell'esistenza e l'incombente urbanizzazione ci offrono una vivissima rappresentazione di come la sorpresa possa irrompere nella nostra vita e imprimerle una direzione inaspettata. Contro tutte le chiusure mentali.
8 recensioni