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«Odo il ruinare di tutto lo spazio, vetro infranto e muratura crollante, e il tempo un'unica livida vampata finale.»
«Il più bello e il più interessante dei soggetti è quello dell'Odissea. È più grande e più umano di quello dell'Amleto, superiore al Don Chisciotte, a Dante, al Faust. A Roma, quando avevo finito circa la metà del Portrait, mi resi conto che l'Odissea doveva esserne il seguito». Così scriveva Joyce nel 1917. L'Ulisse uscì nel 1922, nel giorno del suo quarantesimo compleanno, per iniziativa di un'intraprendente americana di Baltimora, la ventitreenne Sylvia Beach. Sei anni di intenso lavoro, stesure e continue revisioni, per trasformare il grande mito in grande pantomima. Diciotto capitoli, diciotto luoghi, diciotto ore e momenti, diciotto stili, una miriade di personaggi e situazioni per raccontare l'eroicomica giornata di un ebreo irlandese di origini magiare, Leopold Bloom, un uomo a spasso per Dublino dalle otto del mattino alle due di notte del 16 giugno 1904: le sue azioni, i suoi pensieri, le azioni e i pensieri della città, della gente che incontra, di Stephen Dedalus, ovvero l'altra parte di sé, il giovane intellettuale in cerca di un padre (così come Bloom è in cerca di un figlio), di sua moglie Molly, ovvero il grembo, da cui si salpa e a cui si ritorna. Se non il più bello certo il più decisivo libro del Novecento, l'Ulisse è qui accompagnato da imprescindibili strumenti di guida alla lettura.
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MODERNITA' è il solo termine che mi viene in mente per il più bel romanzo del '900
Questo è un vero e proprio capolavoro della letteratura! Sono molto contenta di aver finalmente deciso di leggerlo, mi pento di non averlo mai fatto prima, semplicemente pensavo fosse più complicato di quello che è realmente
"Insegna a tua nonna a mungere le papere" solo questa frase dice molto di questo libro. penso che questo libro sia molto difficile da recensire, bisogna leggerlo per capirlo perché a parole non riuscirei mai a far capire cosa si prova a leggere questo libro. Un capolavoro
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