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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
E’ l’opera d’esordio di una giovane autrice che mostra in questo suo primo lavoro una grande potenzialità creativa ma, a causa della sua immaturità letteraria, sembra bloccarsi in una sorta di timidezza narrativa prima di riuscire a sviluppare le sue idee a tutto tondo. Scrivendo tuttavia benissimo e con ritmi abbastanza veloci, si stempera facilmente la sensazione che la storia rimanga un po’ irrisolta con risultati inferiori alle aspettative create. I temi affrontati dall’autrice in questa storia sono quelli della solitudine umana, sempre invincibile, per quanti sforzi si possano fare per tentare di superarla, e dell’amore che ogni volta apre la porta alle speranze e ci inebria, promettendoci la fusione totale con l’altro, ma, per le rinunce e le delusioni che per forza comporta, alla lunga ci conduce inevitabilmente al fallimento. Un’opera che nel complesso merita la promozione perché originale, avvincente e con lo sguardo puntato al futuro. La storia è condotta sul filo di una sottile suspense che riesce ad avvincerci pur senza arrivare mai a risolversi in clamorosi colpi di scena, dimostrandosi più sobria di quanto pare prometterci in corso di lettura. In America Nicole Krauss è considerata, al pari di un altro genio letterario suo coetaneo nonché marito, Safran Foer, un astro nascente della nuova letteratura newyorchese. Questo suo primo lavoro è consigliabile a chi desideri accostarsi ai nuovi autori statunitensi iniziando da un approccio poco impegnativo. Sconsigliato invece agli smaliziati della narrativa, agli ultraesigenti, a chi vada a cercare sempre il pelo nell’uovo, perché senz’altro in questo lavoro riuscirebbe a trovarlo.
Io l'ho letto tutto d'un fiato... la storia a mio avviso è un pò surreale ma sicuramente avvincente, i personaggi poi hanno innumerevoli sfaccettature ed ogni loro risvolto è imprevedibile, lo stile della scrittrice è di un'accuratezza poetica che coccola il cuore...
Mi ha veramente deluso. Quasi non riuscivo a finirlo..Non scorre l'analisi introspettiva si avvita su se stessa. Veramente un libro da lasciare in libreria o far leggere agli altri!!
Recensioni
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È tipico di certi romanzi di ultimissima generazione ricavare gli "effetti speciali" dal cinema e, soprattutto, dalle fiction televisive. A una prima impressione, anche il romanzo Un uomo sulla soglia di Nicole Krauss scrittrice americana trentaduenne, già tradotta in italiano con Storia dell'amore (Guanda, 2005) e moglie dell'autore di Ogni cosa è illuminata, Jonathan Safran Foer sembra indulgere a questa, troppo facile, tentazione. Propone un'ouverture spettacolare datata giugno 1957 sugli esperimenti atomici nel deserto, cambia completamente scena lasciando in sospeso il lettore per arrivare al maggio 2000, e sceglie un evento traumatico di grande impatto emotivo (un tumore al cervello) per mettere in moto l'azione, sconvolgere l'ordine, ordire la storia. All'inizio si diffida di tutti questi espedienti. Si diffida ancora di più quando di un cielo stellato si dice "astronomia pura". Eppure, c'è sempre qualcosa che incuriosisce e invoglia ad andare avanti, fossero anche "i rilevatori di radiazioni arrossiti e scarlatti, come ragazze che sono appena state baciate".
Nel proseguire la lettura, poi, si scopre che il tumore che ha colpito il protagonista, Samson Greene professore universitario di letteratura inglese alla Columbia University e che lo ha portato a vagare senza memoria, in abiti sudici, lungo l'"unica strada asfaltata che attraversa la Mercury Valley", è benigno. Smorzando quel primo coinvolgimento che sembrava forzato e tristemente patetico, ciò fa procedere il romanzo verso percorsi inattesi che colpiscono per ironia e per originale spontaneità. Come dice Woody Allen in Harry a pezzi: "Oggi le parole più belle al mondo non sono più 'ti amo', ma 'è benigno'". Anche per Samson Greene scampare alla morte non significa evitare di "andare in pezzi", ma vuole dire ritrovarsi all'improvviso costretto a guardare nei minimi particolari, da punti di vista spesso sconcertanti, quel mondo che prima gli pareva normale e ora si presenta completamente frantumato, e ad analizzare i propri sentimenti. Il tumore gli ha distrutto la memoria del presente e del passato più prossimi e, insieme, la storia d'amore con Anna, sua moglie. È troppo difficile condividere con lei le giornate, la vita, l'intimità, perché perdere la memoria significa anche perdere l'empatia; infatti, secondo la tesi iniziale del romanzo poi verificata e direi smentita dalla storia stessa , "per immedesimarsi in uno stato d'animo è necessario attingere al ricordo di un'esperienza analoga". Per Samson questo diventa impossibile, e perciò si allontana dalla casa e dagli affetti, ne segue altri come per istinto (come l'amicizia con la simpatica allieva Lana), decide di sottoporsi allo strano esperimento del dottor Ray Malcolm di trasmissione di ricordi, acquisendo la memoria di un militare che nel 1957 aveva partecipato a quegli esperimenti nucleari con cui si apre il libro.
Ma non è tanto l'intreccio a costituire l'aspetto più interessante di questa lettura, quanto fare la conoscenza dei personaggi, entrare nel loro punto di vista, affondare con Samson in quella memoria che Bergson paragonava a una "piramide rovesciata" e che qui è di gran lunga più disordinata e sconnessa del normale. Il titolo italiano del romanzo, ben tradotto da Federica Oddera, sotto questo aspetto è persino più efficace di quello originale, che era Man Walks into a Room. Samson è davvero "un uomo sulla soglia", e perciò il suo modo a volte ingenuo e straniato, spaventato e incuriosito insieme, di guardare e di sentire tutto quello che gli sta intorno come se fosse (e come se non fosse) la prima volta, ispira non solo interesse, ma anche una fortissima simpatia. E così anche la voce femminile, Anna, colpisce per il suo modo dignitosamente silenzioso di vivere l'amore, che pur si avverte molto intenso, e così l'abbandono, di sparire con discrezione, almeno fino ai colpi di scena finali, come il suo stesso corpo aveva fatto, una volta cancellati i segni dalla memoria del marito. La simpatia/empatia, insomma, intorno a cui implicitamente si costruisce questo anomalo "romanzo della memoria" (per usare un'etichetta abusata per gran parte della letteratura di Otto e Novecento), si crea prima di tutto con il lettore. E vale la pena di farsi coinvolgere. Nonostante gli "effetti speciali".
Chiara Lombardi
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