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Anno edizione: 2020
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Inizio anni Duemila, una città spagnola come tante. Net, un ragazzo come tanti, scrive. Chino sul suo computer, digita lunghe mail che indirizza a Marina. Notte dopo notte, alle finestre che si aprono sullo schermo Net consegna il racconto delle sue giornate, tra lo sfaldamento e la traballante ricomposizione della sua famiglia, la scoperta dell'amore, l'ansia per l'avvenire incerto. Ma Marina, irrintracciabile e misteriosa quasi quanto l'universo virtuale, non risponde mai...
«Una scrittura rara e preziosa. Neuman alza un po' di piú, ancora una volta, l'asticella della letteratura contemporanea» – The Guardian
Net vive in una città come tante, in una famiglia con qualche problema – ma quale famiglia non ne ha? –, all'università è iscritto ma non la frequenta, ha pochi amici, tutti piú o meno tormentati e disillusi come lui, e in generale la vita gli sembra una distesa di noia e insofferenza. Ma quello che sappiamo di Net, delle liti tra i genitori, dei legami sentimentali della sorella Paula, delle notti di eccessi con Xavi, dei pranzi domenicali a casa degli zii, dell'incontro con l'audace Cintia di cui è impossibile non innamorarsi, è solo quello che Net decide di scrivere a Marina. Forse una sua ex ragazza o un'amica lontana, forse un'interlocutrice immaginaria, Marina è una presenza indistinta che esiste solo in una tela di ricordi ed emozioni che Net va intessendo con le mail che le indirizza. «Forse sentiamo il bisogno di concepire sullo schermo la perfezione narrativa che manca alla nostra vita», riflette Net: le finestre di Windows diventano allora il simbolo della sua urgenza di raccontare, di fissare nel mondo virtuale la versione di sé e degli altri che scorge dalla sua prospettiva. E che sarà irrimediabilmente ingannevole come, del resto, sempre lo sono i frutti della narrazione. Ma è da un altro tipo di finestre, quelle reali, quelle delle case, che Net osserva la vita che scorre per le strade, nei cortili, nelle stanze altrui. Solo cosí, staccando gli occhi dallo schermo, il significato di ogni cosa si rivela in tutta la sua ineffabile semplicità. Pubblicato in Spagna per la prima volta nel 2002, e ristampato nel 2016 in una versione ampliata e rivista dall'autore, La vita alla finestra è uno dei libri piú amati e riusciti di Andrés Neuman: in questo intenso romanzo epistolare ultramoderno la finzione, il mondo virtuale e le esperienze vissute si compenetrano in un tortuoso gioco di specchi e identità che tanto ricorda la dinamica delle relazioni del nostro millennio.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un romanzo epistolare e di formazione dove la voce narrante indaga, attraverso gli accadimenti quotidiani, le relazioni familiari, le dinamiche amorose e di amicizia. La latrice di queste mail è una giovane donna forse un antico amore o una cara amica, questo è lasciato sospeso ed è forse un tratto affascinante nella trama. Qua e là ci sono riflessioni su classici che il protagonista e il suo migliore hanno condiviso come Madame Bovary di Flaubert che servono a sostanziare la frattura tra ciò che si prova e ciò che si vive nella realtà. Non male, da leggere.
Libro acquistato in una calda sera d’estate, con pazienza ha aspettato il suo momento e con discrezione si è rivelato per quello che è: un bellissimo condensato di immagini di vita reale fissate in pagine virtuali, un’epistola dopo l’altra in formato digitale. La finestra a cui si affaccia Net non ha un balcone, ma una luce azzurra che si accende e si spegne a piacere, per raccogliere racconti di serate al bar, i primi approcci di una nascente relazione, i cocci di una famiglia che si sta rompendo, l’ossessione e la speranza che la destinataria delle mail, Marina, dia un segno. Notte dopo notte, in bilico tra la vita fuori dalla stanza e quella dove riversarci senza freni, senza timore di non riconoscerci, il passo che rallenta quando spartiamo le giornate con qualcuno a fare qualcosa e quando riusciamo a lasciare andare il passato. Esordio personale con questo autore di cui ho già abbondantemente studiato la produzione letteraria e scelto per il futuro altri libri, sperando che siano così perfettamente nostalgici, in armonia tra il passato e il presente grazie al suo sguardo sensibile che riesce a racchiudere un pochino di noi.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un romanzo epistolare, le lettere però sono messaggi di posta elettronica, un romanzo giovanile, ma rivisto e riproposto a distanza di tanti anni. Andres Neuman, argentino trapiantato in Spagna, si è rivelato al grande pubblico italiano con Frattura (ne abbiamo scritto qui), pubblicato da Einaudi, ma aveva già regalato libri più che significativi, proposti da Sur e da Ponte alle Grazie, in particolare Il viaggiatore del secolo. Col suo titolo più recentemente finito sugli scaffali, La vita alla finestra (168 pagine, 18 euro), Neuman non sembra il giovane maestro che in molti hanno indicato. In questo romanzo, tradotto da Silvia Sichel, si intravede la mano del grande scrittore che Neuman è diventato, ma la storia del nerd Net, che scrive mail alla sua ex fidanzata, Marina, non è quelle che faranno subito breccia tra i suoi nuovi e vecchi lettori. Scritta quasi vent’anni fa, rivista quattro anni fa, non regge il paragone con i suoi titoli migliori, appare al massimo una prova generale della carriera successiva.
Genitori severi e assenti, Paula, una sorella ribelle, la famiglia di Net sembra un cumulo di stereotipi. Net (universitario che non si chiama davvero così e che nutre poco interesse per l’università) spesso si rifugia dal “maledetto” Xavi, al bar che il suo ex collega ha deciso di aprire dopo aver abbandonato gli studi e ogni sera scrive mail che non ottengono risposta, forse nemmeno giungono a destinazione.
Forse ti scrivo proprio per questo: per appropriarmi delle mie parole, perché tu me le ridia.
L’instabile gioco di specchi fra reale e virtuale ha riverberi delle sue pagine migliori, anche se inevitabilmente il virtuale dei primi anni Duemila può apparire inconsistente e primordiale agli occhi del presente.
La finestra a cui fa riferimento Neuman è probabilmente il rettangolo degli schermi dei personal computer, lo spazio che condiziona le esistenze dei più, una dipendenza per il protagonista Net, che fa i conti con solitudine e incomunicabilità, col miraggio della Rete, della pubblicità e dell’amore. Universi sostanzialmente irreali, falsi, silenziosi, non i soli come lascia intravedere il finale di un certo ottimismo, con emancipazione dalla casa paterna e un nuovo capitolo amoroso. Pur non essendo superficiale La vita alla finestra manca di quella profondità a cui Neuman ha abituato successivamente tutti i suoi lettori. Mancanza non compensata da uno stile che affiora a macchia di leopardo.
Recensione di Arturo Bollino
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