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Anno edizione: 2023
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Un esordio tardivo ma folgorante, con un’attenzione speciale per le figure femminili, che rivelò lo straordinario talento narrativo di un’autrice come Fabrizia Ramondino che, nel giro di pochissimi anni, sarebbe stata riconosciuta come una delle scrittrici più interessanti e stimate della sua generazione.
«Althénopis è qualcosa di diverso dai tanti romanzetti che si scrivono oggi, c’era un vissuto e c’era anche un tentativo di interpretazione culturale, antropologica, sociologica della realtà». - Goffredo Fofi
«Fabrizia Ramondino trova il centro del suo canto in un altrove letterario che riconosciamo come mitico, colto e fiabesco. In Althénopis, splendido e importante, lo sguardo dell’infanzia
taglia in due una Napoli antica e misteriosa». - Nadia Terranova
«Un romanzo memoriale ed elegiaco, viscerale e riflessivo, polifonico e “femminile”. Una rappresentazione corale e lievemente straniata di Napoli». - Filippo La Porta
«Un caleidoscopio di narrazioni, e quindi persone, luoghi, fatti, aneddoti, rammemorazioni, che rivela subito la grandezza della scrittura di Fabrizia Ramondino». - Alessandro Leogrande
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Racconto con dettagli pregevoli delle varie fasi della vita familiare e sociale della protagonista. Ho trovato assolutamente emozionanti i ricordi molto ben delineati della bambina che trascorre anni felici e spensierati a Santa Maria del Mare, per poi essere costretta da vicissitudini familiari (in primis la morte del padre) a dover affrontare con la madre una vita piuttosto difficile, peraltro con dei parenti che spesso li percepiscono come un fastidioso obbligo familiare. In conclusione, la seconda parte del libro, ossia quella che descrive gli eventi successivi a Santa Maria del Mare, l'ho trovata piuttosto impegnativa sia nel ritmo che nella forma, da cui il personale giudizio di sole 2 stelle.
Questo libro costituisce un tuffo nel passato, nelle nostre case, grandi case, dai mobili belli antichi e massicci, ricolmi di argenti e porcellane, lini e merletti. Un tuffo in quella lingua che non si usa più, un po’ napoletano e un po’ francese, poco spagnolo se non di antica origine.. Se volete ricordare i colletti inamidati, le scarpe di vernice col cinturino, il cappello di paglia di Firenze e i guanti bianchi di pizzo questo libro fa per voi. Aggiungo che non è un romanzo nel senso classico del termine, non c’è una storia. E’ minuziosamente descrittivo: di persone, luoghi, paesaggi, case, abiti, abitudini, circostanze e … sentimenti. L’aspetto migliore è, a mio parere, il linguaggio, antico e nobile, come non si sente più, oramai. Un linguaggio ricco di immagini e coloriture.
Una scrittura densa, evocativa, ricercata e colta, ma sempre diretta e dal forte impatto. Una sinfonia di parole sapientemente accostate, completata dalle note che integrano e arricchiscono la narrazione, consentendo di cogliere un sottotesto nascosto tra i sostantivi primitivi, che profumano di terra, parlano d'infanzia e portano con sè il carico dei ricordi. "Althénopis" é poesia. Un'opera che richiede lentezza. Un'ode ai profumi, agli scogli, ad una terra di agrumi, al borgo della Marina, alle onde, al mare, ai legami eterni che talvolta si nascondono nelle parole piú ostili, alle ingenuità dell'infanzia che non é mai subdola, alla vita, che in fondo é un cerchio e riconduce tutti al punto di partenza. "Ormai non si parlavano più con parole, la Figlia e la Madre, ma per segni. E i segni erano torbidi, un Logos maligno, escresciuto alla ragione, alla temperanza. La Madre parlò sulla porta di ingresso con un abbraccio fragile, come il penultimo cerchio nell'acqua fatto dalla pietra. Quante volte avevano giocato, e crudele era il gioco, circuiva le radici della vita." SEGUIMI SU INSTAGRAM: SUSSURRI_TRA_LE_PAGINE
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