L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il titolo richiama scopertamente la serie televisiva “House of Cards” e come questa intende sottolineare la corruzione che coinvolge le più alte istituzioni sia americane sia russe. Il libro vuol dimostrare che la mafia russa tiene in pugno sia Trump sia Putin e che questi ultimi senza il sostegno della mafia russa - di cui sono burattini - mai sarebbero giunti ai vertici del potere. Ma attenzione: le fonti dell’autore sono altre fonti librarie, soprattutto giornalistiche (queste numerosissime), poi interviste a fonti anonime, il che giustifica i continui “si dice”, “non è mai stato provato”, “si presume”, ecc. Clamorosa la scivolata a p. 445. Dopo tutto ciò che l’autore ha cercato di dimostrare (che i mafiosi russi abbiano contributo in modo decisivo alla elezione di Trump): “… è difficile quantificare esattamente in che modo [le iniziative russe] abbiano contribuito a cambiare il risultato della corsa alla presidenza [americana del 2016].” Insomma, un vero esempio - tipico del giornalismo e di certa storiografia anglosassone - di “editorially correct” che non vuole mai sbilanciarsi nei giudizi definitivi ma che senza prove provate dice che Putin e Trump sono due mafiosi della più bell’acqua, alzando in sostanza solo un gran polverone. Una sorta di “chi è amico di chi”, di “legami diretti” o di “vicinanza”. Caratteristiche o conseguenze di questa “vicinanza”? Non ci viene specificato. A livello formale ci imbattiamo in numerosi errori o traduzioni ambigue. Una di queste per tutte: “Putin tracciò una riga sulla sabbia per ciò che concerneva l’Ucraina…” (p. 39). Se chiediamo a un lettore italiano difficilmente capirà il senso della frase. Altro svarione: Stalin vien fatto morire nel 1952 (p. 65), invece che nel 1953. Il cognome Birštein viene traslitterato Birştein; alcuni nomi russi (gli stessi!) con la lettera š nella traduzione la conservano o la traslitterano all’inglese come “sh”. Eccetera. Una prova di giornalismo di bassa lega per un libro mal tradotto.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore