Propr. Frederick M., attore statunitense. Figlio di un violinista, impara a suonare il sassofono e parte in tournée con un'orchestra. Nel cast di alcuni musical a Broadway, viene notato da un produttore della Paramount e messo sotto contratto. Con il suo primo ruolo di rilievo, in The Gilded Lily (Il giglio dorato, 1935) di W. Ruggles, diventa in brevissimo tempo uno dei partner più ambiti dalle star di Hollywood, da C. Colbert a K. Hepburn, da C. Lombard a R. Russell. Dotato di un garbato umorismo, sfida il codice Hays in film come I milioni della manicure (1935) di M. Leisen, e Troppi mariti (1940) di Ruggles, e passa al melodramma con Ricorda quella notte (1940) ancora di Leisen. A suo agio nei panni dell'uomo perbene, affidabile e istintivamente simpatico, tradisce il suo personaggio quando B. Wilder, con una certa audacia, lo sceglie per interpretare l'assicuratore Walter Neff, sedotto dalla fatale B. Stanwyck al punto da ucciderne il marito, in La fiamma del peccato (1944). In seguito torna alla commedia, ma questa volta i risultati, artistici e finanziari, sono modesti. Dopo L'ammutinamento del Caine (1954) di E. Dmytryk, gira qualche western, come Quantez (1957) di H. Keller e Domani m'impiccheranno (1958) di N. Juran, però con scarsa convinzione. È ancora una volta B. Wilder a rivalutarlo, come amante di S. MacLaine in L'appartamento (1960). Negli anni '60 e '70 si divide tra una fortunata sitcom televisiva e una serie di pellicole prodotte dalla Disney, la più riuscita delle quali è Un professore tra le nuvole (1961) di R. Stevenson. Vanta il primato di essere protagonista del primo film in Technicolor girato in esterni: Il sentiero del pino solitario (1936) di H. Hathaway.