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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro ben scritto che mi è piaciuto davvero tanto. Si legge con facilità e anche i temi trattati sono interessanti
Impossibile non empatizzare col protagonista, Henry Lee, un ragazzino statunitense di 12 anni, isolato in famiglia (è figlio di genitori cinesi che, per agevolarne l’integrazione nella società americana, lo obbligano a parlare solo inglese, che però loro non capiscono), bullizzato a scuola, ove oltretutto deve lavorare come sguattero, con solo un amico, un nero sassofonista di strada. Poi l’incontro con una coetanea, Keiko. Statunitense, figlia di statunitensi, ma con antenati giapponesi, è anch’essa vittima del razzismo. Quello individuale, di stupidi teppisti, e quello dispotico, del governo statunitense, che nel 1942 espropria dai loro beni e deporta dalla costa occidentale chiunque abbia origini giapponesi, incluse donne, bambini, anziani ed infermi (il libro non lo dice ma è interessante sapere che dovranno passare più di 40 anni dalla fine della guerra prima che il Congresso e il Presidente degli USA formulino scuse ufficiali ammettendo che la deportazione nei campi di concentramento non era legittimata da necessità militari ma indotta solo dal pregiudizio razziale). Il romanzo non è però tanto una denuncia del forte razzismo della società statunitense quanto una celebrazione dei valori morali più belli, dell’amicizia e dell’amore. Scritto benissimo, è una lettura istruttiva e commovente.
primo libro di Ford letto e mi è piaciuto moltissimo! Ho iniziato la lettura per passione dell'ambiente e tradizioni asiatiche ma soprattutto perché non ero a conoscenza dell'internamento dei giapponesi-americani. La lettura scorre bene e velocemente, l'alternarsi degli spaccati temporali (adolescenza durante la guerra e presente) crea un'interessante alternarsi di punti di vista e di sensazioni provati da Henry, uno dei protagonisti. Ho apprezzato molto la descrizione dei luoghi, dei sapori, della musica e delle abitudini di Seattle degli anni '40, cosa non semplice da fare dato il divario temporale e i molti cambiamenti che hanno preso piede nel corso della storia...ma ciò che ho apprezzato di più è stato il rapporto tra Henry e Keiko (nel passato) così come anche quello di Henry e Marty (nel presente). L'unica nota "dolente", forse, il finale un po' troppo veloce, come a voler concludere in fretta e lasciando con un punto di domanda a libera interpretazione sul da farsi di una vicenda durata troppi anni.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una storia d’amore, perdita e ritrovamento perfettamente architettata da Jamie Ford per mostrarci, in realtà, una Seattle inedita. Così, almeno, l’ho vissuta io: una lettura facile e coinvolgente che racconta di quel nefasto periodo della storia americana (dopo e durante Pearl Harbor) in cui si deportavano i giapponesi e si distruggeva la dignità di intere comunità di immigrati. È un libro che si ricorda per i suoi colori.
Marta
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