Herzog
- EAN: 9788804683124

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Nella sua grande e vecchia casa di campagna, solo, Moses Elkanah Herzog scrive febbrilmente lettere su lettere agli amici, alla famiglia, persino a morti illustri, ponendo a tutti i suoi interlocutori incalzanti quesiti sull'esistenza. Alter ego di Saul Bellow, portavoce delle inquietudini intellettuali del tipico americano postkennediano, spoglio di ogni romantica illusione, personaggio quanto mai contraddittorio, Herzog è un umiliato che va fiero dell'umiliazione che subisce e, nel disastro della propria esistenza, si sente tuttavia fiducioso, pur non possedendo la risposta al mistero della vita. Con un saggio di Philip Roth.

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24/02/2021 05:41:20
Tanto per inondare di curiosità chi volesse smarrirsi in questo fiume potente, ecco qui un repertorio di falene improvvise a sbattere contro i vetri dell'esortazione, uno svolazzo di scaglie citate a farsi da focolare contro i tremori della diffidenza: "Vita, lunga malattia o lunga convalescenza?"..."Moses, che vinci quando piangi e piangi quando vinci, non puoi credere nelle vittorie, appendi la tua sofferenza a una stella"...."Tanto tenace è la stoltezza umana"...."I suonati vincono"...."L'anima umana è un anfibio, vive in più elementi di quanti non ne conoscerò mai. E suppongo che lassù, fra quelle sconosciute stelle, già stia creandosi la materia che produrrà creature anche più strane"...."Il genere umano vive principalmente di idee corrotte"....""So che non sei di quelle con cui occorre perdere un mese per rifar pace"...."Ci si accorge tardi della perversità presente in certi nascosti paradisi"...."La morte addenta ogni giorno, ma trova acerbi"...."Abbiamo ragione di sperare che una vita sia qualcosa di più di questa nube di particelle, di questa fattualità. Solo l'incomprensibile fornisce qualche luce se si prova ad esaminare bene il comprensibile"....."lanciarsi a corpo morto su tutto ciò che rassomigli a una speranza"....."prorogare il contratto di narcisismo per un altro pò di tempo"...."La morte sta a guardare, perciò se hai un pò di felicità nascondila. E quando il tuo cuore è colmo, chiudi anche la bocca"...."tu uscirai fuori da questa merda profumato come un pezzo d'arrosto"...."fari una propria tremulante immagine di tutta questa stupenda ragnatela"...."La vita privata di un solo uomo sarà una monarchia più illustre di qualsiasi regno della storia. L'edificazione dell'uomo, l'impronta più splendida, la principale che offra il mondo". Potrei continuare finché vita non mi separi, ma devo arrendermi alle sponde della costrizione.
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26/11/2020 09:35:51
Herzog è una cronaca del caos, della verità, il dramma di un'epoca agli albori e alla fine, un edificio instabile in piena tempesta. Capolavoro indiscusso per chi ci si vorrà cimentare, Herzog è un viaggio verso una forma più estesa di vita, fatalmente consapevole dell'incoerenza del sé, e per questo cinicamente ironico.
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24/09/2020 00:47:12
Capolavoro
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15/05/2020 16:25:39
Il professore Moses E. Herzog, intellettuale ebreo tragicamente sprovvisto di senso pratico e di malizia, viene lasciato dalla moglie, la bellissima e terribile Madeleine. La sua reazione: una fiumana di lettere, lettere disperate, intense, indirizzate a colleghi, celebrità, vivi e morti. Un monologo interiore che cerca di sfuggire a se stesso, lunghe ruminazioni che ci parlano di amore, sesso, denaro, successo, felicità...
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14/05/2020 16:22:46
Herzog è un umiliato che va fiero dell’umiliazione che subisce, perché resistere ad ogni aggressione esterna mantenendosi sempre e incorreggibilmente sé stesso, nonostante questo resistere gli causasse il ripetere “le acrobazie, le stesse identiche disgrazie”, lo rendeva un sopravvissuto. Il personaggio si presenta così:” se sono matto, per me va benissimo (…) Era vittima di un incantesimo e scriveva “freneticamente” lettere a chiunque gli venisse in mente”. Ogni lettera è una “implacabile polemica” verso chiunque, e affrontando qualsiasi argomento, “le sue formule educate contenevano molto fiele (…) bastava la certezza di aver ragione, e un’onda di potenza gli sorgeva nelle viscere e gli ardeva nelle gambe. Strambe, le sontuose vittorie dell’ira! C’era satira appassionata in Herzog. Tuttavia sapeva che l’importante non era demolire l’errore (…) la cosa migliore è una moratoria delle definizioni della natura umana. Herzog abbandonò questo tema bruscamente come era solito fare”. È una vita di menzogne, quella di Herzog, dove le umiliazioni subìte lo hanno portano ad avere un’ira repressa che sfoga in iscritto in lettere che non spedirà, non modificando nessuno degli atteggiamenti che lo hanno portato ad essere un “esperimento fallito”. “Ce n’era abbastanza perché un uomo pregasse Iddio di liberarlo da quel grande, insostenibile peso del sé e dell’evoluzione del sé, e di restituirlo in quanto esperimento fallito, alla specie, per una cura primitiva”. In questo libro ci si trova di tutto, e si può trarre da ogni frase un motivo di riflessione e discussione; è uno di quei libri che si leggono e nel frattempo ti lasciano tante domande e spazi aperti da riempire e costruire; non c’è abbastanza spazio per riportare tutti i temi che affronta.“Adesso la gente ha la possibilità di essere libera, ma la libertà (…) è come un vuoto spaventoso"; noi siamo “una creatura emotiva, appassionata, espressiva, (…), intricata ragnatela di idee e sentimenti" ...
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25/04/2019 14:30:09
Herzog, uomo solo che esprime la sua insoddisfazione per i suoi (e per gli altrui) fallimenti scrivendo lettere a chiunque è uno dei personaggi più straordinari della letteratura del novecento e l'incipit del romanzo lo preannuncia inequivocabilmente. "Se sono matto, per me va benissimo, pensò Moses Herzog"
