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La vita e gli amori di Evelyn McHale, la più bella tra le ombre.
«Di particolari è fatta questa breve vita in forma di romanzo. Che sia il vento di primavera su un binario della stazione di Cracovia che accoglie una delegazione di giovani militari americane. O una bambina di tre anni (la stessa Evelyn) che vince temporaneamente la depressione della madre gettandole le mani dietro al collo, poggiandole la testa sulla spalla e abbandonandosi all'abbraccio.» - Tiziana Lo Porto, Robinson - la RepubblicaRecensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il libro ricostruisce la storia di Evelyn McHale, una giovane donna, che il 1° maggio del 1947 si suicidò gettandosi dall’ottantaseiesimo piano dell’Empire State Building di New York. Di lei resta una foto, scattata negli attimi successivi alla caduta da un fotografo che si trovò “al posto giusto nel momento giusto”. La foto fece il giro del mondo e immortala la bellezza di Evelyn, che rimase inalterata, nonostante la morte sopravvenuta e il corpo scomposto. Un biglietto con le disposizioni per le sue spoglie e con poche parole che sembrano il bilancio della sua breve vita, insieme alla foto scattata per caso, diventano il punto di partenza per l'autrice, la quale ricostruisce, pezzetto dopo pezzetto, i tormenti interiori di Evelyn. “Non voglio che nessuno mi veda, nemmeno la mia famiglia. Fatemi cremare, distruggete il mio corpo. Vi supplico: niente funerale, niente cerimonie. Il mio fidanzato mi ha chiesto di sposarlo a giugno. Ma io non sarei mai la brava moglie di nessuno. Sarà molto più felice senza di me. Dite a mio padre che, evidentemente, ho fin troppe cose in comune con mia madre”. La particolarità è che questa ricostruzione avviene attraverso le voci di dieci persone che, a diverso titolo, sono legate alla vicenda o al famosissimo grattacielo newyorkese. Una struttura originalissima, in cui le poche informazioni si mescolano alla fantasia dell'autrice, che, comunque, si attiene alle ultime parole scritte da Evelyn in quel breve messaggio, dando vita così, a una ricostruzione più che verosimile. Lo stile di scrittura è elegante e ricco di immagini suggestive. Unica pecca: risulta un po' prolisso in alcuni punti.
un soggetto al tempo stesso dolcissimo e terribile tremendo: la morte il suicidio di Evelyn McHale, una, una incognita, poco più' che ventenne, una dodicesima morta suicida, a parte che se si conteggi un operaio dei lavori morto suicida, una tredicesima morta suicida, per una caduta da Empire State Building di New York nel 1947, per sempre presa da uno scatto della macchina fotografica di Robert Wiles, uno, uno incognito, poco piu' che ventenne, d' amore e di professione fotografo, a terra, di passaggio: un titolo che e', che sarebbe, al condizionale, sulle parole dell' ultimo biglietto di Evelyn McHale: "io nn sarei mai la brava moglie di nessuno", che Nadia Busato ci scrive nn piu' al condizionale, che la morte il suicidio ha cancellato: uno scatto che e' a un tempo emblematico e dilemmatico, che fa indietreggiare indietro, su un emblema su un dilemma a parte il cuore di Evelyn McHale, il cuore di Robert Wiles, e chissà' il cuore di quanti..: sulla placidità' dal cuore e dalle cose del cuore, che e,' che sarebbe, un dono della morte del suicidio di Evelyn McHale, placida nel suo proprio cuore, in una bara di schegge di vetro e di lamiere: un cuore disperato, disperatissimo da sempre e per sempre, sull' abbandono della mamma a 6anni, sull' amore, dunque, sul bisogno dell' amore del cuore, che chiede amore e che apre un buco nero un black hole nel cuore, e che fa cadere, fa cadere, fa cadere.., e che nega amore, sulla follia che da' fuoco, - il fuoco dell' amore che chiede e che nega -, sulle cose da abbandonare, sulle vesti da matricola da soldato, maniche incrociate e calzoni nn da reduce di un combattimento, da morta di un combattimento al fronte, messe a terra, e sulle vesti nn da sposa, da ancella di una sposa, veste su una tonalità' pastello, su te' e su bouquet da fiori di pesco, strappatesi da se stessa, calpestate da se stessa, a uno sposalizio, restandoci in reggiseno e in mutande: una negazione da sempre e per sempre dell' amore.. .
davvero molto bello. sembra quasi di leggere una raccolta di racconti con la stessa protagonista. lo stesso tema viene infatti considerato da molti punti di vista, a seconda dei personaggi. ma il più bello ovviamente è quello della protagonista. lei spiega, è chiara quando parla, non lascia nulla di irrisolto, non detto. consiglio questo libro però a un pubblico più adulto. non credo che tutti capirebbero, ci vuole una certa maturità
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