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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2015
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So bene che i signori della Einaudi fanno libri professionalmente da decenni e io sono soltanto un modesto lettore dilettante, per cui va a mio demerito il non aver capito il motivo per il quale sono state confinate tutte insieme in fondo al volume le numerose note esplicative che infarciscono questo libro allo scopo di far comprendere anche ai modesti lettori una serie cospicua di riferimenti all'attualità statunitense di oltre quaranta anni fa. Però, a prescindere dal motivo, sarebbe stato molto più agevole leggere questo libro se le note fossero state stampate a pie' di ciascuna pagina. Quanto al libro, ho la sensazione che i decenni trascorsi abbiano tolto inevitabilmente gran parte della forza a questo testo satirico, strettamente legato al momento in cui fu scritto.
Tra le opere giovanili di Ph. Roth spiccano in modo particolare tre romanzi che sono stati trattati piuttosto male dall'editoria italiana in passato: «Letting Go» (1962), «The Great American Novel» (1973) e appunto «Our Gang» (1971). Forse, proprio in virtù del fatto che l'identità di Roth come autore era ancora "in fieri" e non aveva fissato con chiarezza le coordinate entro le quali avrebbe raggiunto i suoi migliori risultati, in questi romanzi incontriamo un Roth particolarmente satirico e semiserio, la cui proverbiale acidità ha modo di misurarsi con questioni di politica del momento, anziché insistere sui temi che poi diverranno costanti nella sua opera (il sesso, la malattia, il rapporto col padre). In questo contesto, «Our Gang» ci fa conoscere un Philip Roth che avrebbe potuto tranquillamente surclassare il miglior Norman Mailer, dato il modo in cui riesce a trasfigurare l'amministrazione Nixon (non solo l'ex presidente ma tutto il suo staff) in un'armata demoniaca sguinzagliata sulla terra da Satana in persona, allo scopo di permettere al lato peggiore della natura umana di scatenarsi senza freni.
Insieme a Il grande romanzo americano è il libro più "anomalo" di Roth, e anche il più ostico per i non statunitensi. Inoltre sconta una certa immaturitá del grande scrittore che, rivelatosi con Portnoy, troverá col tempo la piena realizzazione del proprio stile e delle tematiche che costituiranno il suo inimitabile marchio di fabbrica.
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