Grande concorso Caccia allo strega
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Le recensioni Stregate dei libri finalisti
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Daniel, Il libro delle case di Andrea Bajani
Si può raccontare una vita intera attraverso le case dove si è vissuto? Questa la scommessa vinta di Andrea Bajani che partendo da un’intuizione che sarebbe piaciuta a George Perec o a Raymond Queneau, dispone come tanti tasselli di un puzzle, in ordine non cronologico ma seguendo il capriccioso movimento della memoria, le descrizioni delle case che hanno avuto una certa importanza per il protagonista. Con una scrittura volutamente fredda e impersonale, quasi fosse la compilazione di un atto notarile ed evitando l’uso di qualsiasi nome proprio ma avvalendosi unicamente di pronomi o nomi comuni (Io, Madre, Padre, Sorella, Nonna, Bambina etc) l’autore descrive una quarantina di case, in 78 quadretti. Alcune sono puramente simboliche, come una cabina telefonica (casa della voce), un anello nuziale (casa del persempre) o un taccuino (casa degli appunti) e altre si riferiscono alla storia collettiva della nazione (il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro, l’omicidio di Pasolini). Forse siamo anche noi come la tartaruga (a cui sono dedicati alcuni passaggi di questo singolare romanzo, oltre che una azzeccatissima copertina) e anche noi ci portiamo dietro le tracce di tutte le case in cui siamo passati, ma è altrettanto vero che quelle case si sono impregnate a tal punto dei nostri umori e dei nostri stati d’animo che le loro pareti apparentemente mute, potrebbero raccontare di noi più di quanto noi stessi ricordiamo o abbiamo voglia di confessare. Copertina 4, Stile 5, Storia 4
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Grazia, Il pane perduto di Edith Bruck
Il pane. Alimento ancestrale, nato all'alba dell'umanità. Universale, presente, in svariate forme, in tutti i tempi e pressoché a tutte le latitudini. Cibo femminile per eccellenza, perché quasi certamente furono mani di donna ad impastarlo la prima volta. Ma femminile soprattutto perché si ottiene senza uccidere un'altra creatura. Il pane è anche casa, cura, calore degli affetti. Il pane però non è solo sostentamento per il corpo, è anche nutrimento spirituale, grande il suo valore simbolico nella cultura umana. É presente nell'arte, nei rituali di molte credenze, sotto forma di offerte alle divinità o agli spiriti, donato in segno di buon augurio. Lo troviamo anche nel cristianesimo dove, nell'ultima cena, si fa memoria, accezione valida anche per i non credenti. Del pane tuttavia, nel suo duplice valore nutritivo, ancora oggi molte popolazioni sono prive, perché il pane è anche libertà e dignità della vita, in senso fisico e spirituale. Non solo memoria quindi, ma anche riflessione sul presente. Perdere il pane significa perdere la propria essenza, disumanizzarsi. Anche questo libro è un pane, e non solo per il titolo. Ancestrale perché portatore di valori nati con l'umanità. Universale perché nella sofferenza del suo racconto tutti gli uomini si possono riconoscere. Femminile, non solo perché scritto da mano di donna, ma soprattutto perché porta dentro di sé un messaggio di pace e di sacralità della vita. Questo libro è memoria e tocca anche a noi lettori passarne la testimonianza per scuotere cuore e intelletto - soprattutto delle giovani generazioni - affinché queste cose non accadano mai più, perché nessun pane sia più perduto, né oggi né mai. Copertina 5 Storia 5 Stile 5
Graziella, L' acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito
Voglia di cambiamento, ma anche attaccamento morboso alle proprie radici. Pur inseguendo confusamente la felicità, la protagonista di questa storia non sa assolutamente che forma abbia, abituata da sempre a mancanze e sottrazioni, disastri e distruzioni. Figlia di una madre impetuosa e sanguigna, cresce nel suo cono d’ombra, con quella stessa massa di capelli rossi a suggellare un patto mai scritto. Quello di darsi da fare e ostinarsi pur di raggiungere un obiettivo, ma soprattutto quello di non sprofondare mai. Con “L’acqua del lago non è mai dolce” Giulia Caminito costruisce un romanzo di formazione struggente, ma al tempo stesso molto delicato. L’acqua impregna le pagine fin dall’inizio, con la promessa di sommergere cose e persone trasformandole in un presepe. Peccato, però, che nella vita reale sia impossibile fermare i momenti. L’acqua si ritira, la terra si secca, le amiche tradiscono, le persone muoiono, i sacrifici diventano pezzi di carta buoni solo per le pareti. E se hai passato l’intera infanzia e adolescenza a parare colpi e aggredire, non ti chiedi quando è partita la crepa, ma perché non riesci più a far scomparire le ingiustizie. Un romanzo duro e bellissimo, che ci racconta la vita, quella vera, condizionata perennemente dalle radici, segnata dalle difficoltà e dalle classifiche sociali, di lotte interiori per affermare se stessi a contatto con gli altri e col mondo. Copertina: 4 Storia: 5 Stile: 5
Legeira, Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio
Le mie aspettative nei confronti di “Borgo sud” erano alte, considerato quanto avessi apprezzato “L’arminuta”: sono felice di dire che il nuovo romanzo di Donatella di Pietrantonio è all’altezza – se non addirittura migliore – del primo volume. Il titolo anticipa la maggiore attenzione per la geografia dei luoghi e il nuovo spessore del personaggio di Adriana, la quale diventa una vera e propria protagonista al fianco dell’arminuta. La prosa della scrittrice mi ha conquistata come nel romanzo precedente per misura ed esattezza, sebbene qui si faccia più corposa per rendere conto di nuovi dolori, di solitudini che si separano e s’intrecciano in un movimento continuo. Nell’infanzia dell’arminuta c’è stato un ritorno alle origini, in “Borgo sud” il ritorno della donna è al fianco di sua sorella, con cui si è aperto un abisso di silenzi. Adriana è impetuosa, ferocemente appassionata, brutale nei suoi giudizi, mentre l’altra ha imparato a celare agli sguardi altrui i terremoti che le si agitano dentro: sono molto diverse, eppure due facce della stessa medaglia, figlie della stessa madre. Una madre ancora insondabile, aspra e devota a un figlio scomparso: se una flebile comprensione s’instaura tra lei e l’arminuta, con Adriana la frattura è insanabile. I matrimoni delle due sorelle riflettono la loro indole: la protagonista e Piero restano aggrappati a una quotidianità fatta di omissioni, di domande restate sotto la superficie delle cose; Adriana e Rafael hanno invece un rapporto tempestoso, impossibile da imbrigliare nelle maglie della convenzionalità. In epoche differenti si ritroveranno l’una coinvolta nelle vicende familiari dell’altra, svelandone i meccanismi perversi. Un romanzo straordinario nella cornice di borgo sud, che accoglie Adriana come un grembo materno accogliente, fremente di vita. COPERTINA: 4 STORIA: 5 STILE: 5
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Beatrice, Due vite di Emanuele Trevi
''La letteratura deriva la sua stessa ragion d'essere dal rifiuto di ogni generalizzazione: è sempre la storia di quella persona, murata nella sua unicità, artefice e prigioniera della sua singolarità''. Uniche e singolari sono, infatti, le vite di Pia Pera e Rocco Carbone, che Trevi ci consegna in questo bellissimo libro, in cui la mancanza, il senso della perdita, la nostalgia permeano ogni pagina. Con l'affetto di chi è amico, elabora due ritratti di resistenti, che hanno attraversato la vita e hanno portato su di sé il dolore, la precarietà, il fallimento, cioè tutto ciò che contraddistingue l'essere umano. Due vite sono allora quelle di Rocco e Pia, due esperienze, due percorsi di intellettuali troppo presto scomparsi e dimenticati; ma sono anche le vite di ciascuno, quella fisica e quella nella mente di chi resta, testimone del nostro passaggio, in lotta contro l'oblio che avanza e il tempo divoratore. La memoria, il dovere di custodire e prolungare il ricordo, il bisogno di connettere fili che rischiano di interrompersi: Trevi sviluppa qui temi a lui cari, che ci richiamano il suo precedente, meraviglioso ''Senza verso'', in cui delinea il ritratto di un altro eroe di un'umanità che tenacemente non cede, l'amico Pietro Tripodo. In alcune pagine dedicate a Rocco ritroviamo la stessa straordinaria capacità di cogliere e narrare il soffio vitale dei luoghi, animati dalle stratificazioni storiche, letterarie e personali, percorsi verticalmente con la bussola della memoria. Con una prosa ricca, evocativa e che restituisce valore alla parola, Trevi scrive grande poesia, intendendo questo termine secondo la definizione che lui stesso dà dell'ultimo libro di Pia: ''un grado supremo di espressione dell'umano, del singolare, dell'inadeguato''. Copertina:5 Storia:5 Stile:5
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Le quattro classifiche dei finalisti al Premio Strega
I libri più recensiti
TITOLO | AUTORE | EDITORE | |
1° | L' acqua del lago non è mai dolce | Giulia Caminito | Bompiani |
2° | Borgo Sud | Donatella Di Pietrantonio | Einaudi |
3° | Il pane perduto | Edith Bruck | La nave di Teseo |
4° | Due vite | Emanuele Trevi | Neri Pozza |
5° | Sembrava bellezza | Teresa Ciabatti | Mondadori |
6° | L'anno che a Roma fu due volte Natale | Roberto Venturini | SEM |
7° | Splendi come vita | Maria Grazia Calandrone | Ponte alle Grazie |
8° | Adorazione | Alice Urciuolo | 66thand2nd |
9° | Breve storia del mio silenzio | Giuseppe Lupo | Marsilio |
10° | Cara pace | Lisa Ginzburg | Ponte alle Grazie |
11° | La casa delle madri | Daniele Petruccioli | Terrarossa |
12° | Le ripetizioni | Giulio Mozzi | Marsilio |
La storia più amata
TITOLO | AUTORE | EDITORE | |
1° | Il pane perduto | Edith Bruck | La Nave di Teseo |
2° | Splendi come vita | Maria Grazia Calandrone | Ponte alle Grazie |
3° | Il libro delle case | Andrea Bajani | Feltrinelli |
4° | Due vite | Emanuele Trevi | Neri Pozza |
5° | La casa delle madri | Daniele Petruccioli | Terrarossa |
6° | Borgo Sud | Donatella Di Pietrantonio | Einaudi |
7° | L'acqua del lago non è mai dolce | Giulia Caminito | Bompiani |
8° | Cara pace | Lisa Ginzburg | Ponte alle Grazie |
9° | L'anno che a Roma fu due volte Natale | Roberto Venturini | SEM |
10° | Sembrava bellezza | Teresa Ciabatti | Mondadori |
11° | Adorazione | Alice Urciuolo | 66thand2nd |
12° | Le ripetizioni | Giulio Mozzi | Marsilio |
Il miglior stile
TITOLO | AUTORE | EDITORE | |
1° | Splendi come vita | Maria Grazia Calandrone | Ponte alle Grazie |
2° | Due vite | Emanuele Trevi | Neri Pozza |
3° | Il libro delle case | Andrea Bajani | Feltrinelli |
4° | Il pane perduto | Edith Bruck | La Nave di Teseo |
5° | Borgo Sud | Donatella Di Pietrantonio | Einaudi |
6° | La casa delle madri | Daniele Petruccioli | Terrarossa |
7° | L'acqua del lago non è mai dolce | Giulia Caminito | Bompiani |
8° | Cara pace | Lisa Ginzburg | Ponte alle Grazie |
9° | L'anno che a Roma fu due volte Natale | Roberto Venturini | SEM |
10° | Sembrava bellezza | Teresa Ciabatti | Mondadori |
11° | Adorazione | Alice Urciuolo | 66thand2nd |
12° | Le ripetizioni | Giulio Mozzi | Marsilio |
La copertina più bella
TITOLO | AUTORE | EDITORE | |
1° | Il pane perduto | Edith Bruck | La Nave di Teseo |
2° | Adorazione | Alice Urciuolo | 66thand2nd |
3° | Splendi come vita | Maria Grazia Calandrone | Ponte alle Grazie |
4° | L'acqua del lago non è mai dolce | Giulia Caminito | Bompiani |
5° | Il libro delle case | Andrea Bajani | Feltrinelli |
6° | La casa delle madri | Daniele Petruccioli | Terrarossa |
7° | Sembrava bellezza | Teresa Ciabatti | Mondadori |
8° | Borgo Sud | Donatella Di Pietrantonio | Einaudi |
9° | Cara pace | Lisa Ginzburg | Ponte alle Grazie |
10° | Due vite | Emanuele Trevi | Neri Pozza |
11° | L'anno che a Roma fu due volte Natale | Roberto Venturini | SEM |
12° | Le ripetizioni | Giulio Mozzi | Marsilio |