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Anno edizione: 2016
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Un romanzo-documentario, come avverte immediatamente il sottotitolo, che quindi va analizzato e valutato sotto due punti di vista diversi: come il romanzo, e come il documentario. Il romanzo risulta in definitiva poco fluido e unitario, si interrompe più volte; lo stile segue le tracce di Bernhardt (che viene pure citato nella narrazione) e di Sebald, senza peraltro riuscire nel creare, come seppero fare i due maestri, una spirale dalla inesorabile forza centripeta. Il documentario è invece di grande interesse per chi voglia approfondire la storia dell'Aktion T-4, degli orrori commessi nella Risiera di San Sabba e nel campo di Treblinka, del progetto Lebensborn, dei figli dei nazisti, degli archivi costituiti in seguito alla guerra e contenenti milioni di documenti che attestano le atrocità compiute durante il regime hitleriano. Al termine della lettura, vorrei che l'autrice avesse compiuto una scelta più netta - personalmente, che avesse deciso di scrivere un saggio storiografico.
I mille volti di Trieste... Città - mosaico... Il passato che non muore mai!
E' un libro di una potenza espressiva straordinaria, stilisticamente felice, coinvolgente. Ne ho apprezzato la struttura, la capacità di mescolare abilmente gli stili, senza venir meno all'intensità lirica e affrontando nel contempo la drammaticità della storia senza cadere in facili e discutibili atteggiamenti ideologici o di maniera. Molto apprezzabile, inoltre, l'aver messo in luce il tormento e l'inquietudine, non solo delle vittime della ferocia nazista, ma anche il disagio e l'angoscia dei figli degli assassini e di coloro che abitavano nelle case di maternità del folle progetto Lebensborn, messo in piedi da quel mostro di Heinrich Himmler allo scopo di realizzare le teorie eugenetiche del Terzo Reich. Un libro da leggere assolutamente, anche se lascia senza fiato e storditi
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