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Un film superlativo! Com'è superlativo il doppiaggio di Riccardo Cucciola, la voce narrante di Adso da vecchio. Un prologo e un epilogo da pelle d'oca!
Il Nome della Rosa, diretto da Jean-Jacques Annaud, è abbondantemente sopra la sufficienza perché è molto fedele al romanzo di Umberto Eco. E scusate se è poco. All'inizio, la macchina da presa sembra timida; offre un campo lungo per cominciare a individuare le facce e le abitudini dei 2 personaggi principali, Guglielmo Da Baskerville e il suo novizio Adso, riprendendo in maggior frequenza il paesaggio desolato e freddo che caratterizza il nord del Belpaese. Man mano che si procede, le inquadrature diventano magistrali e maestose, degne di un grande regista. La storia è narrata molto bene anche grazie alla straordinaria interpretazione di Sean Connery. Attorno ai protagonisti un universo di personaggi curiosi tutti ben delineati, tutti ben interpretati: il sornione e politico abate Abbone, Salvatore ex servo della gleba, demente ma non stupido, l'imperscrutabile Malachia bibliotecario. L'untuoso Berengario-aiuto bibliotecario; il lussurioso e ribelle Remigio da Varagine. Deludente invece Ubertino da Casale e Michele da Cesena: forse proprio per la necessità di sintesi di tematiche, forse perché per chi li ha studiati e analizzati vederli muoversi sul grande palco del libro crea un'emozione speciale, ma non ripetibile. Non sullo schermo. La difficoltà della sceneggiatura nel maneggiare la materia storico e filosofica diventa evidente nel personaggio di Bernardo Gui. Questo sì un grosso passo falso. Comunque, in conclusione, Annaud ha costruito un'opera corretta, intrigante e visivamente molto bella.
Dall'ironico e furbetto romanzo postmoderno di Eco, un onesto film d'intrattenimento con una bella bella fotografia e di una messinscena gotica e suggestiva, un po' claudicante nella narrazione e nel montaggio, con un retrogusto hollywoodiano ( la morte provvidenziale del villain, il finale a tarallucci e vino) che smentisce gli intenti di elaborare un giallo cupo e serrato. Memorabile comunque il sempre magnifico Sean Connery in abito francescano.
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