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Venezia 1480. Tre ebrei bruciati in piazza, una giustizia che cede all’intolleranza. Una tragedia destinata a ripetersi in ogni tempo e luogo. Tra storia e invenzione il nuovo avvincente romanzo dall’autore di Non tutti i bastardi sono di Vienna, Premio Campiello 2011.
Nel 1480, in un piccolo paese del trevigiano, un bambino sparisce nel nulla. L’archisinagogo Servadio e altri due ebrei vengono accusati di averlo ucciso per impastare col suo sangue le focaccine pasquali. Torturati e condannati a morte per infanticidio rituale, fanno ricorso e il processo si riapre davanti al Senato di Venezia. Boris da Candia, spia della Repubblica di San Marco, uomo di «inganno e di rapina», avventuriero levantino e violento, ma anche colto umanista, è investito di una missione segreta. Venezia è appena uscita da una guerra contro i turchi e dalla peste. Il malcontento si diffonde. Il francescano Bernardino da Feltre, con le sue prediche infuocate, fomenta nel popolo l’odio contro gli ebrei, perché il suo ordine religioso vuole sostituire i loro banchi dei pegni con quelli del Monte di Pietà. Il doge Giovanni Mocenigo, per motivi economici e di ordine pubblico, emana una bolla che proclama la tolleranza e impone il rispetto degli ebrei, cittadini laboriosi e fedeli alla legge, ma ciò non basta a moderare il livore plebeo istigato dal feroce predicatore. Boris da Candia, un Corto Maltese arguto e a tratti brutale, che frequenta palazzi e bordelli, nel corso delle sue indagini incrocia una maga, donna dalle grazie misteriose, che gli rivela particolari ignoti a tutti: «Il dettaglio è il crocevia dove il visibile e l’invisibile s’incontrano». Giovanni, un monello di strada, lo aiuta a districarsi. Ma è il dialogo con Servadio quello che lo segna più di ogni altro, perché l’archisinagogo, sapiente e mite, si rivela uomo di tale travolgente spiritualità da far vacillare il miscredente avventuriero, e questo genera in Boris una inaspettata sete di giustizia: «I popoli, non sapendo fare forte il giusto, chiamano giusto il forte». Ma che spazio hanno le ragioni dello spirito nella cieca inerzia della Storia? La scrittura musicale di Andrea Molesini scolpisce con maestria l’amara intensità emotiva della vicenda. Boris è un personaggio che scopre di essere, a dispetto del proprio passato, la porta che mette in comunicazione due mondi, la commedia e la tragedia, che si intrecciano e fondono nel sempiterno spettacolo dell’azione, dove da sempre il male pubblico giunge alla casa di ognuno.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il romanzo racconta di un famoso processo a degli ebrei alla fine del '400 a Venezia. La Repubblica, tollerante verso l'attività degli ebrei suoi ospiti, si trova costretta a processarne un gruppo già condannato nell'entroterra, al confine con il Friuli. Nel romanzo sono protagonisti la cultura ebrea, le credenze popolari, le taverne e i bordelli veneziani. Molto indovinati i personaggi che descrivono e vivono la storia, specialmente la spia/assassino della Repubblica, ma anche la maga di cui si innamora. Bella anche la descrizione del predicatore francescano fanatico Bernardino da Feltre, personaggio storico.
Ricostruzione storica del processo contro gli ebrei di Portobuffolé ordito dalla Chiesa Romana, grazie ai Sermoni di Bernardino da Feltre, per far chiudere i Banchi dei pegni ebrei a favore del Monte di Pietà della Chiesa!!!! Svoltosi a Venezia (ob torto collo per...Ragion di Stato!!) sapendo benissimo che gli Ebrei erano innocenti, e che le accuse erano false!!! Il protagonista/narratore (Boris da Candia) creato da Molesini si inserisce molto bene nella catena di avvenimenti. Scritto in maniera avvincente e piacevole.
Venezia, 6 luglio 1480. Tre ebrei di Portobuffolè, un piccolo paese del trevigiano, vengono bruciati vivi tra le due colonne di piazza San Marco. Il senato della Repubblica di Venezia li ha giudicati colpevoli di aver ucciso un bambino cristiano per impastare col suo sangue le focaccine pasquali. Un episodio unico nella storia millenaria della città lagunare, ma una tragedia che l’Europa ha visto ripetersi in ogni tempo e luogo. Andrea Molesini ricostruisce il processo politico grazie ai verbali conservati nell’Archivio di Stato e alterna con maestria, in una trama ricca di colpi di scena, personaggi storici e d’invenzione.
Recensioni
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