Regista statunitense. Autoditatta, combatte nella seconda guerra mondiale e comincia firmando regie teatrali e televisive. L'esordio sul grande schermo è con Una faccia piena di pugni (1962), dramma pugilistico affidato all'istrionismo del protagonista A. Quinn. I film successivi lo vedono buon professionista con regie solide e coerenti che valgono due Oscar agli interpreti, rispettivamente S. Poitier per I gigli del campo (1963) e C. Robertson per I due mondi di Charlie (1968). Il suo maggiore successo è Soldato blu (1970), crudo western dalla parte degli indiani, che non esita a esibire le atrocità perpetrate dalla cavalleria statunitense ai danni dei pellerossa. In anni di piena ribellione giovanile, l'opera assurge a cult, valorizzata anche dalla bionda e risoluta interprete C. Bergen la quale, rapita dagli Cheyenne, si deciderà ad amare il cavalleggero suo maldestro salvatore solo dopo la presa di coscienza pacifista di questi. Si limitano alla buona fattura le pellicole successive, fra le quali Il seme dell'odio (1975). I suoi ultimi lavori sono di fiction televisiva.