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Anno edizione: 2011
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Scritto attorno al 2009, il saggio di Tony Judt è al contempo premonitore e utopico. Se da un lato lo studioso anticipa i grandi temi e problemi attuali, tra cui crisi climatica e avvento dell’AI, dall’altro riflette sulle possibili soluzioni politiche rispetto al momento di stallo e sbandamento. Riscoprire il ruolo della politica e dello stato, degli ideali ma anche dell’azione, in particolare di tradizione socialdemocratica, potrebbe essere la soluzione secondo Judt.
Il conflitto non finisce mai, è inevitabilmente destinato a restare aperto, a scardinare propositi d'ordine e regole fissate, a smuovere in costati sobbalzi sociali - sempre - scelte e stati d'animo. Aumenta la boriosa ricchezza delle élites mondiali mentre il grido di chi sogna e lotta per un mondo più uguale sente sempre più spesso la propria sfida in mano ad urti e a respingimenti. I muri non tardano ad allungarsi, le durezze di una conservazione a livelli ormai cinici non demordono, non disarmano nemmeno mezzo istante. Dall'altra parte poche alte singolarità a tenere la guardia, a stringere i pugni per qualche tozzo di conquista, ma sempre come eccezioni sotto i pesanti ceppi del dominio economico. Fra sovranismi isterici e desideri di parità, le democrazie moderne - e la miseria di una sinistra assente è qui denunciata come un baratro senza fondo - sembrano aver deposto ogni filo di spirito a favore di oligarchie spaventose. Ritratto impietoso, senza scusanti, senza pietà nè margini di sguardo comprensivo per ogni forza che tende all'autentico Bene sociale. Un pugno nello stomaco, un'affezione globale che dovrebbero essere letti come un credo severo da ogni uomo che consideri la politica come mandato verso gli ultimi e ha come trattenuto gli intenti, verso chi aspetta e fatica, verso chi anela e continua a crederci. "Disabilità discorsiva" scrive Judt a proposito della sinistra tutta, fino a lambire e a giungere all'idea di povertà come colpa, pensate che tremendo precetto. La storia dei servizi come storia dei bisogni, di chi sogna lo studio e di chi deve volare via per uno stento di salario. La violenta frattura fra i fronti in gioco come un vento di giustizia sulle teste, sul senso di una verità politica, che pur esiste, non più a vantaggio di pochissimi, ma come presa e fuoco d'azione oltre le compiaciute retoriche da nulla.
Un libro agile che spiega quanto inportanti siano state le conquiste del Novecento, quanto lo smantellamento del wefare abbia nociuto al senso di coesione delle comunità nazionali. È un libro che dovrebbero obbligatoriamente leggere gli amministratori della cosa pubblica
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