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E' questo un volumetto in cui Luisito Bianchi, l'autore del celebre La messa dell'uomo disarmato, ancora una volta ritorna sul tema a lui caro, su quella gratuità a cui si è uniformato nel corso di tutta la vita, perché se si vuole cambiare il mondo, questo cambiamento deve prima avvenire in noi stessi. La vicenda è esile nell'incontro con un cane non affamato che si affeziona da subito a Luisito, gli dona incondizionatamente il proprio amore ricevendone altrettanto. E poiché anche questi simpatici animali devono avere un nome, per lui viene scelto Doreàn, un avverbio greco che tradotto significa gratuitamente. Senza un tornaconto immediato la bestiola offre il suo amore, chiedendo solo in cambio, a gratis, altrettanto. Se Dio ci ha dato questa terra, i suoi frutti, vivere per appropriarsene a danno degli altri, rinchiuderci nel nostro egoismo che misura tutto in termini monetari, anche i contatti con i nostri simili, è venir mento ai principi cristiani, nonostante ci si possa professare credenti. E Don Luisito Bianchi ha improntato tutta la sua vita a questo principio della gratuità, rifiutando lo stipendio da insegnante di religione, lavorando come prete operaio in un'industria chimica, vivendo in ristrettezze in un mondo che non riesce a comprendere altro che i valori monetari. In questo modo è stato un prete scomodo, critico nei confronti di una Chiesa che ha sempre professato la sua sete di potenza, proteso a condividere l'esistenza delle classi più disagiate. Nel suo libro Don Luisito, nel ripercorrere una vita, ritorna tambureggiante sul tema della gratuità senza esaltare il suo percorso, tanto che quella coerenza appare per lui un fatto del tutto normale, come normale è mangiare, dormire e respirare, e in queste pagine si respira un'aria buona, leggera, da alta montagna, quasi che lui, pur sempre fra noi, fosse immerso in quella profonda serenità propria solo di chi è consapevole di procedere sulla strada giusta.
E' la media fra il 5 che merita don Luisito sia per il libro che ha scritto, sia per quello che ha fatto nella sua vita e il 3 che meritano le troppe pagine sulla gratuità. Qualcosa poteva risparmiarci, anche se sono del tutto della sua opinione. E poi il libro meriterebbe un voto molto alto per quel "crocifisso sulla croce dell'obbedienza" proninciato da un vescovo che doveva giustificare la sua promozione e il suo trasferimento in un sede molto prestigiosa.
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