José Saramago
Premio Nobel per la Letteratura
Un grande autore sa parlarci per sempre.A dieci anni dalla scomparsa IBS rende omaggio ad uno scrittore straordinario che, anche attraverso l'allegoria, ha saputo raccontare il nostro mondo.
Narratore, poeta e drammaturgo portoghese, José Saramago è stata una fonte di riflessione per ogni essere pensante.
Intellettuale raffinato e impegnato, ha spesso fatto discutere per i suoi racconti dissacranti che colpiscono al cuore i mali della nostra società.
Nel 1998 l’Accademia di Svezia gli ha conferito il Premio Nobel per la Letteratura premiando le sue qualità di scrittore, ma anche l’uomo delle battaglie civili. Fissa in una frase il perché del proprio scrivere: “Le parole sono l’unica cosa immortale: quando uno è morto, ai posteri rimangono solo loro".
L'ultimo quaderno di Lanzarote
José Saramago
Diario dell'anno del Nobel. L'ultimo quaderno di Lanzarote
Ritrovato per caso dalla vedova in uno dei computer di casa, l'ultimo quaderno di Lanzarote, il sesto, relativo al 1998.
L'andamento apparentemente disordinato e frammentario dei testi raccolti è scontato, considerata la loro natura diaristica e l'ampio ventaglio degli argomenti trattati. Ciononostante, risulta agevole e allo stesso tempo intrigante ricostruire i fili che uniscono l'uno all'altro, come in una fitta ragnatela, i temi che animano la scrittura di questo autentico genio della letteratura. Ad apertura e a chiusura, il dato meteorologico sembra offrire la cornice entro cui sistemare la collezione di interventi, riflessioni, 'tranche de vie', ricordi ed effemeridi che si dipanano in forma rizomatica. I principali assi tematici sono la politica, i viaggi, la dimensione sociale dello scrittore e dell'intellettuale, e ancora la sfera più intima e la letteratura. Risulta evidente il tentativo di restituire al lettore una dimensione privata, a tratti perfino domestica, non collocata sul piedistallo del grande scrittore-monumento. Importante è poi il fitto dialogo intessuto con i lettori che gli scrivono, al quale raramente si sottrae. Svetta il discorso proferito in occasione della consegna del premio Nobel.
Il ricordo di Pilar del Río
La moglie di Saramago e il giornalista Silvio Perrella in un ricordo appassionato del grande scrittore, partendo dal libro "Diario dell'anno del Nobel"
Le opere di José Saramago
Riconosciuto come uno degli autori più significativi del Novecento, la sua produzione spazia dalla poesia al romanzo, dal teatro ai racconti storici.
Roberto Francavilla racconta Saramago
L'intervento del professore dell'università di Genova di lingua e letteratura portoghese, studioso e lettore appassionato di Saramago.
Di tutti i grandi romanzi di José Saramago, ne ricordo in particolare tre.
Sono quelli che mi hanno insegnato di più, non solo quelli che ho amato moltissimo. Sono tre romanzi scritti all’inizio della sua carriera - la sua è una carriera che comincia tardi - tra il 1980 e il 1984.
Il primo dei tre romanzi si chiama Memoriale del convento ed è un romanzo in realtà molto laico, anche se parla di religione. Si svolge nel Settecento e la protagonista è una specie di strega, si chiama Blimunda. La ricordo perché è un personaggio femminile che mi ha fatto letteralmente innamorare di lei.
Il secondo è un romanzo invece più politico, con un’eredità quasi realista, che si chiama Una terra chiamata Alentejo, il titolo originale è Levantado do Chão, che vuol dire “Rialzato dalla terra”. E’ una storia di contadini, di una regione bellissima che io amo molto del sud del Portogallo che si chiama Alentejo e che potrebbe essere la storia di tanti altri sud del mondo. Racconta la strenua lotta dei contadini contro il latifondo, in un Portogallo segnato dal regime di Salazar. Ed è quindi un po’ la storia del Novecento portoghese.
Il terzo romanzo è un romanzo invece più metafisico, legato alle atmosfere urbane di una Lisbona città quasi fantasma. Anche questo è un romanzo novecentesco, così come Una terra chiamata Alentejo, si svolge a cavallo tra due anni molto importanti per la storia del Portogallo ma anche per l’Europa, il 1935 e il 1936. Il romanzo si intitola L'anno della morte di Ricardo Reis. Ricardo Reis è un poeta oraziano, ma è soprattutto un’emanazione, un altro da sé, un eteronimo di Fernando Pessoa. Un poeta che sceglie l’auto esilio in Brasile perché è monarchico, quando in Portogallo si instaura la Repubblica nel 1910 e che decide di tornare a Lisbona nel 1935 per cercare il suo creatore, Fernando Pessoa. Una storia di fantasmi: il fantasma di un poeta che cerca il fantasma di un altro poeta che lo ha creato, tutto questo nella finzione di Saramago.
Sono tre romanzi straordinari - non che gli altri non lo siano - ma sono i romanzi che mi hanno fatto conoscere Saramago e che io continuo a far leggere ai miei studenti.
Infine vorrei fare una menzione per Rita Desti, che è la voce italiana di Saramago. Non lo dico soltanto da studioso di letteratura portoghese né da semplice lettore, ma lo dico da traduttore. Rita Desti trasporta ogni volta da una lingua bellissima, che è il portoghese, a una lingua altrettanto bella, che è l’italiano, la letteratura, i romanzi, di questo grandissimo scrittore che è José Saramago.
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