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Onestamente mi sembra una scrittura assai artificiosa, che non riesce a coinvolgere. Mi pare un testo assai "costruito" e, confesso che ho interrotto la lettura: cosa che non mi capita mai. Alla terza volta che Mifti, o chi per lei, si risveglia a letto nel proprio vomito, non ne ho potuto più: ma non per la crudezza della scena, quanto per la sua reiterata banalità.
Descritto come un capolavore in effetti, pensando all'età della scrittrice, potrebbe anche esserlo, se non fosse che sembra un po' troppo costruito e troppo ricercato nello stile di scrittura. Mi aspettavo qualcosa di un po' più crudo, reale, vicino al mondo della droga giovanile ed invece non riesce mai a decollare veramente. Comunque resta un'ottima prova per una principiante al suo primo romanzo. Aspettiamo il prossimo per dare un giudizio più completo.
Recensioni
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Chiasso e scandalo hanno accompagnato la pubblicazione del romanzo di Helene Hegemann fin da subito. Più che per il testo in quanto tale, il chiasso riguarda l'autrice (appena diciassettenne) e l'enorme successo di vendita del libro (circa un milione di copie in tutta Europa). Ecco ciò che ha fatto rumore. A scandalizzare ci pensano invece le accuse di plagio: interi passaggi ripresi dal testo Strobo del blogger Airen, apparso prima online e poi (nel 2009) sottoforma di libro (per l'editore SuKuLTuR). Tanto da costringere lo stesso editore di Hegemann a segnalare queste coincidenze testuali, precisando non senza una certa lungimiranza, che "questo romanzo segue il principio estetico dell'intertestualità e può quindi contenere ulteriori citazioni". Come dire: nel mondo della comunicazione digitale i testi sono più immediati delle esperienze "vissute". Non è una questione morale: il testo tende a essere sempre meno emanazione inconfondibile di un unico soggetto. Pertanto non dovrebbe essere acclamato come opera individuale, soprattutto quando la qualità estetica a cui viene dato maggior rilievo è l'intertestualità. Dietro il testo ci sarebbe dunque un autore collettivo anonimo, che in questo caso si chiama Hegemann. "Chiasso" e "scandalo" definiscono una modalità di reazione pubblica a qualcosa di variamente anomalo o indecente. Una modalità intrinsecamente violenta, risposta a stimoli forti. E sono proprio chiasso e scandalo che Roadkill suscita attraverso una multiforme tendenza all'eccesso che induce nel lettore continui scarti. Dal sesso anale all'isterico imperativo modaiolo, il testo è una sequela di stimoli estremi che mettono il lettore nella situazione dei cani di Pavlov. Dietro a questi stimoli non c'è nessun io, nessun orizzonte esperienziale, nessun sentimento. Il testo è in ogni sua parte citazione, anche là dove non si cita consapevolmente.
Gerhard Friedrich
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