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Giuseppe nel commento precedente ha recensito L'Innocente di D'Annunzio e non questo libro. Una storia interessante anche se non originalissima
Ho amato questo libro, ma soprattutto ho amato la protagonista Jane Grey, che è salita al trono all'età di quindici anni rimanendoci per soli nove giorni. Il libro incomincia proprio dalla fine, quando Jane è rinchiusa nella Torre di Londra in attesa che sua cugina la regina Maria (figlia di Enrico VIII) decida del suo destino. E, come in un sogno ad occhi aperti, si affacciano alla sue mente le voci delle persone che l'hanno amata, educata e che l'hanno usata per arrivare al trono. La storia si dipana tra tanti personaggi che hanno incrociato Jane, anche solo per pochi istanti. Si alternano le voci di sua madre (che rimpiange di non aver avuto un figlio maschio), della sua balia, dell'ultima moglie di Enrico VIII, di sua figlia Maria. Ci sono anche voci maschili ma sono soprattutto quelle femminili che fanno emergere quanto fosse difficile essere una donna nel 1500, dove l'unica cosa che contava era la capacità di procreazione e la quantità di sangue reale che avevi nelle vene. Ognuna di loro è una preziosa merce di scambio al fine di arrivare il più possibile vicino al vertice della piramide. E in questa scalata saranno le donne spesso a soccombere, o morendo di parto o nonostante la giovane età a essere condannate per tradimento. Tra tutte quella del boia è sicuramente la testimonianza più toccante. Jane Grey è una figura tragica, poco conosciuta ma nonostante i suoi soli quindici anni è già una giovane donna che si inserisce nella lotta tra cattolici e protestanti, per decidere quale fede dovrà essere professata in Inghilterra. Una giovane donna che si rifiuta di abiurare il suo credo anche a costo di dover rinunciare a vivere. Alison Weir è riuscita a creare una storia magnifica, miscelando realtà e finzione storica. Consigliatissimo.
Si tratta di un capolavoro, un testo moderno e scritto con grande maestria stilistica, mai fine a se stessa. La prosa è avvincente ed armoniosa.I personaggi perfettamente delineati, grazie ad una anlisi psicologica di sorprendente modernità. Tullio Hermil è la concretizzazione di tutte le caratteristiche del super uomo: raffinato intellettuale, dissoluto ed egoista; ma allo stesso tempo è un uomo normale che si mostra al lettore per quello che è, tramite monologhi particolarmente intimi, in cui esprime i suoi stati d’animo, le sue sensazioni… le sue paure. Nonostante egli sia infedele nei confronti della moglie , quando quest’ultima rimane in cinta di un altro, inizia per lui un supplizio che lo porterà ad uccidere l‘ “innocente”. D’Annunzio con uno stile elegante, prezioso , raffinato, ci regala un personaggio complesso : un anti eroe , capace di ammaliare con i suoi discorsi intellettuali e acuti, ma allo stesso tempo di far inorridire per i suoi comportamenti e per i suoi atteggiamenti, così terribili, così umani. L'Innocente è un capolavoro. Mi ha scossa profondamente. Spaccato borghese, amore, sentimento, passione, dolore e tanti tanti aspetti psicologici che fanno riflettere.
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