Intervista a Daniel Cuello
Cuello ha percorso parecchia strada riuscendo sempre a mettere qualcosa di sé nelle storie che ha disegnato e scritto.

Mercedes
Daniel Cuello
Panettieri si diventa, una pagnotta alla volta, lasciando lievitare il proprio mestiere una notte dopo l’altra. Si diventa anche campioni dello sport, palleggio dopo palleggio, chilometro dopo chilometro, passo dopo passo. Ma fumettisti? Si può diventare fumettisti? No. Fumettisti si nasce.
Astenersi scettici, prego, e citofonare “Daniel Cuello”.
Già: questo giovane ma affermato maestro delle nuvole parlanti ha dato vita al suo primo personaggio quando aveva dieci anni, tra le mura della sua cameretta, pinzando i fogli con la cucitrice. “Mi chiamo Daniel Cuello e come tutti ho iniziato a disegnare da bambino. Solo che non ho mai smesso”, accoglie i visitatori sul suo sito. Da allora Cuello ha percorso parecchia strada - non solo metaforicamente, visto che dalla natìa Argentina si è trasferito in Italia, anni fa – sempre riuscendo a mettere qualcosa di sé nelle storie che ha disegnato e scritto. «In tutte le avventure che realizzo c'è sempre qualcosa di mio, qualcosa di vissuto. Creo molti personaggi, ma in realtà è come se stessi sempre raccontando anche di me». Lo stile di Cuello è inconfondibile, con la costante presenza di personaggi espressivi col viso segnato dalle rughe: «Mi piace disegnare le espressioni dei personaggi in modo che ‘parlino’ ancora prima che pronuncino delle parole. I volti segnati dal tempo, colmi di rughe, sono i migliori. Per questo disegno moltissimi anziani». Anche l’utilizzo dei colori richiama tempi passati con un uso sapientissimo di seppiature e attraverso il dispiegarsi di una gamma cromatica ristretta ma evocativa.
«Dal punto di vista narrativo, mi piace parlare di argomenti seri e tematiche attuali. In Residenza Arcadia, per esempio, raccontavo la paura del diverso”. Ironia e comicità sono registri naturali “… ma i miei temi sono molto seri».
Mercedes è l’ultimo lavoro di Daniel Cuello. Potevamo perdere l’occasione di incontrarlo e farci raccontare qualcosa della sua arte? (Spoiler alert: non potevamo). Signore e signori, Daniel Cuello, fumettista nato.
Ciao Daniel, e benvenuto in #CasaIBS. Ti va di presentarci la tua Mercedes?
Beh, Mercedes è senz’altro una donna importante. Forse la donna più importante e potente del pianeta. È sicura di sé, con un carattere solido e molto forte. I suoi tentacoli arrivano ovunque, sia nel governo che nell’economia e nella finanza. Nel libro assistiamo alla sua discesa verso gli inferi. In questa transizione vediamo chi c’è realmente dietro alla facciata della “dea” Mercedes.
Catastrofe ecologica, totalitarismi… il mondo in cui è ambientato il romanzo ricorda per certi versi quello in cui viviamo. Ci sono alcune differenze, però…
Il romanzo è ambientato in un mondo agli sgoccioli. Mercedes vive in uno dei pochi paesi ancora illesi da cambiamenti climatici e crisi politiche ed è la padrona delle grandi aziende che hanno contribuito a rendere il pianeta quello che è diventato. Ma l’ha fatto senza cattiveria e, a volte, senza nemmeno rendersene conto. In realtà, non è un personaggio cattivo per definizione: è una persona come tante, con i suoi pro e i suoi contro. Con tutte le doppie facce della medaglia.
L’ambientazione di Mercedes è distopica ma realistica. Questa realtà potrebbe diventare nostra se continuiamo a far finta di niente.
Come nasce in te l’esigenza o la voglia di dar vita a un personaggio?
Adoro parlare della quotidianità di personaggi reali. Vado spesso nei bar per vedere cosa fanno le persone. Mi piace osservarle e studiarle, poi a casa le disegno e nascono i protagonisti delle mie storie. Mercedes è uno dei tanti personaggi che ho incontrato nella mia vita e che ho adattato alla mia storia. È nata molti anni fa ed è cambiata nel tempo, fino a diventare quella che possiamo vedere oggi.
Molti fumettisti amano ascoltare musica, mentre disegnano. Qual è stata la tua playlist, per Mercedes?
Per tutte le mie storie, dalle più brevi alle più lunghe, creo una playlist. A volte, addirittura, prima di sapere quale sarà la storia scelgo le musiche adeguate. Prediligo le colonne sonore dei film e cerco di selezionare brani che possano darmi ispirazione per le scene che prendono forma nella mia mente. Durante la stesura dell’ultimo libro ascoltavo spesso Mercedes Sosa e, anche se la mia protagonista non centra assolutamente niente con la cantante, ho deciso di usare il suo nome. Per me il concetto è la musica stessa, non quel che la canzone narra.
… e c’è una canzone che consiglieresti di ascoltare ai tuoi aficionados, durante la lettura del tuo nuovo libro?
L'estasi dell'oro di Ennio Morricone. Adoro Morricone, anche se non è il mio compositore preferito, ma ascoltando quella canzone ho avuto l'idea del finale per Mercedes. Stavo tornando a casa in treno dalla Arf!, la fiera del fumetto di Roma, e la canzone è partita per caso. Se devo consigliare un brano da ascoltare durante la lettura, è proprio quello.
«Non ho fatto nessuna scuola di nessun tipo: né fumettistica né di narrazione. Mi sono creato da solo».
Vorrei ci salutassimo con una citazione tratta da Mercedes. È vero che le cose non dette sono le più rumorose?
Verissimo. È una frase ispirata alla mia vita personale, dalle persone che ho perso. Penso a tutte quelle volte in cui avrei voluto dire qualcosa, anche solo una sciocchezza, ma sono stato zitto. Poi quando quelle persone non ci sono più le parole ci restano dentro, in sospensione, e fanno rumore.
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Daniel Cuello, è argentino ma italiano di adozione anche se nel suo sangue ci sono circa sette nazionalità diverse. Fumettista autodidatta, da anni pubblica graphic novel, racconti brevi, illustrazioni e vignette, molte delle quali raccolte nel volume "Guardati dal beluga magico", pubblicato da BAO Publishing nel 2018. "Residenza Arcadia", (BAO Publishing, 2017), è il suo primo graphic novel. "Mercedes" (2019) il suo secondo.